“Non si processa un intellettuale” Hollande in difesa di Erri De Luca

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L’Eliseo raccoglie l’appello firmato anche da Rushdie e Auster a favore dello scrittore denunciato dalla società della Tav

PARIGI . «Gli autori non vanno perseguiti per i loro testi». Con una dichiarazione a sorpresa, François Hollande aderisce all’appello lanciato da politici e intellettuali francesi in favore dello scrittore Erri De Luca, denunciato dalla società franco-italiana Lyon-Turin Ferroviaire (Ltf) per le sue parole sul “sabotaggio” della linea ad alta velocità Torino-Lione. Il presidente era stato chiamato in causa dal comitato di sostegno a De Luca e ieri ha deciso di schierarsi con l’autore italiano molto amato in Francia e che ha da poco pubblicato una breve autodifesa sul caso, La Parola contraria , tradotto dall’editore Gallimard.
«Non voglio intervenire in vicende giudiziarie, ma ciò che posso fare, a nome della Francia, è sostenere sempre la libertà d’espressione e di creazione, e questo vale anche per gli autori, siano essi francesi, italiani o di ogni altra nazionalità, che non vanno perseguiti per i loro testi» ha detto Hollande rispondendo a una domanda sul caso De Luca a margine della sua visita al Salone del Libro di Parigi. «La ragione della mia venuta qui — ha poi detto il leader socialista alla vigilia delle elezioni provinciali di oggi — è la libertà d’espressione, che è la forza del nostro paese, la sua cultura, la sua libertà».
Il comitato di sostegno allo scrittore napoletano, che include, tra l’altro, l’ex ministra della Cultura Aurélie Filippetti e l’editore Antoine Gallimard, aveva chiesto a Hollande di indurre la parte francese della Ltf (filiale della Sncf, di proprietà dello Stato) a fare marcia indietro e ritirare la denuncia per cui è in corso il processo al tribunale di Torino. Un appello lanciato anche a nome della libertà d’espressione, principio cardine della République e per cui milioni di manifestanti sono scesi in piazza a gennaio dopo gli attentati a Charlie Hebdo. Un tragico evento che Hollande è tornato ad evocare oggi al Salone del Libro. «A gennaio siamo stati colpiti e questo Salone è una delle risposte», ha dichiarato il presidente, invitando tutti a non perdere «questa fiducia nel pensiero, nella fede irreversibile nella letteratura, la creazione, l’espressione, il pensiero: la Francia deve sempre essere al fianco dei creatori».
Durante la visita, Hollande si è anche prestato a cameramen e fotografi con l’album La Bd est Charlie, Il fumetto è Charlie, pubblicazione realizzata da diversi editori i cui proventi andranno a favore delle famiglie delle vittime degli attentati di gennaio. A sostegno di De Luca, si era espressa nei giorni scorsi anche la ministra della Cultura, Fleur Pellerin: «De Luca — ha detto — è un grande scrittore. La sanzione che potrebbe essergli inflitta è sproporzionata rispetto al suo impegno o alle sue parole. Ora però non voglio interferire in una vicenda giudiziaria in corso».
Adesso l’intervento di Hollande mette in difficoltà la parte francese della società che lavora sulla Tav. L’appello di politici e intellettuali francesi in favore di De Luca era stato lanciato il 2 marzo con un testo pubblicato su Libération. «Mentre la Francia si è appena mobilitata per difendere la libertà di espressione, come si potrebbe lasciare uno scrittore rischiare la prigione solo per le sue dichiarazioni pubbliche?», si chiedono i promotori del comitato, guidato dal sociologo Jean-Marc Salmon. Da Parigi, la campagna in favore dell’intellettuale è stata accolta da un nuovo comitato internazionale organizzato a Barcellona con un nuovo appello che chiede il ritiro della denuncia. Più di trecento personalità di 19 paesi, tra cui gli scrittori Salman Rushdie e Paul Auster, hanno aderito alla petizione. Una mobilitazione internazionale che fatica a rispecchiarsi in Italia dove, ha ironizzato Le Monde qualche giorno fa, Erri De Luca «non è profeta in patria».

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