Napoli. Disoccupati tentano di occupare la sede Pd

Corteo del No. «La sede era chiusa – dice un manifestante – ma la celere ci ha stretti lo stesso un’ora nell’androne»

Napoli. Manifestazione per il No al referendum ieri mattina a Napoli. Lavoratori di realtà a rischio come Almaviva Contact, sindacati di base, comunità migranti, precari della scuola e studenti: in circa cinquemila hanno sfilato fino alla prefettura e, in piazza Plebiscito, hanno tenuto un’assemblea pubblica.

La campagna popolare per il No proseguirà con iniziative di informazione e flash-mob in metro: i versi di Rino Gaetano e Pino Daniele riarrangiati in difesa della Costituzione.
La mattinata è stata però segnata dall’intervento della polizia.

Un gruppo di disoccupati, attivisti e precari in emergenza abitativa hanno provato a occupare in modo simbolico la sede provinciale del Pd. Avrebbero voluto esporre dal balcone degli striscioni contro le politiche del governo Renzi ma hanno trovato gli uffici chiusi. Agenti in tenuta antisommossa li hanno bloccati all’interno dell’androne del palazzo.

Uno dei partecipanti racconta: «Una settantina di attivisti, compreso famiglie con bambini, hanno deciso questa azione prima di confluire nel corteo. La sede del partito democratico era chiusa, la celere è arrivata solo dopo, guidata dal solito vicequestore Fiorillo, e ha caricato delle persone che pacificamente già uscivano per un’iniziativa che non aveva avuto luogo. Quali erano le esigenze di ordine pubblico? La celere ha tenuto sequestrate settanta persone, compresi bambini, senza motivo per un’ora». Molti sono stati identificati, un ragazzo è stato portato in Questura e poi liberato dopo essere stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e invasione di edificio pubblico.

Il vicequestore aggiunto Maurizio Fiorillo è stato uno dei protagonisti delle cronache sul G8 di Genova 2001. Il 12 settembre scorso, in occasione della visita di Matteo Renzi a Napoli, i manifestanti hanno raccontato che avrebbe urlato a più di uno «ti sparo in testa!». Anche ieri mattina sembra che siano state fatte minacce, manganello alla mano, mentre il gruppo era chiuso in uno spazio angusto, senza vie di fuga. Domenica scorsa, ancora per l’arrivo del premier Renzi in città, la polizia ha attivato gli idranti contro il corteo di protesta.

I disoccupati chiedono da mesi un tavolo con la Regione Campania per avviare progetti finanziati dai fondi Ue che abbiano reali ricadute sui quartieri della città, a partire da Bagnoli, ma – scrivono – «emergenze sociali come il lavoro, la precarietà e la casa vengono gestite come problema di ordine pubblico».

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