Processo Abu Omar, Pollari e Mancini non giudicabili

Concluso il processo d’appello. L’ex generale e il suo ex vice al Sismi salvi per il segreto di Stato

  

Concluso il processo d’appello. L’ex generale e il suo ex vice al Sismi salvi per il segreto di Stato

   MILANO – Il generale Niccolò Pollari e il suo ex vice al Sismi, Marco Mancini, non si possono processare perché il loro ruolo nel sequestro dell´imam Abu Omar è coperto dal segreto di Stato. I favoreggiatori, il custode dei dossier illeciti del Sismi su personaggi pubblici, giornalisti e uomini d´affari, Pio Pompa, e il colonnello Luciano Seno, invece, si vedono ridurre la pena da 3 a 2 anni e 8 mesi. Conto più salato, infine, per i 22 agenti della Cia (per cui fino a oggi è stato impossibile chiedere l´estradizione), la cui pena per sequestro di persona sale da 5 a 7 anni, mentre per l´ex Capo della stazione di Milano del controspionaggio americano, Bob Lady, da 8 a 9 anni.
Anche il processo d´appello per il sequestro dell´ex imam del centro islamico milanese di viale Jenner si conclude ricalcando il canovaccio del primo grado. Nonostante i procuratori aggiunti di Milano, Ferdinando Pomarici e Armando Spataro, avessero raccolto una valanga di prove che dimostravano il coinvolgimento dei nostri Servizi militari, non è stato possibile processarli perché ben due governi (prima quello guidato da Romano Prodi e poi quello di Silvio Berlusconi), hanno invocato il segreto di Stato. Difficile ipotizzare che, senza questa mossa, Pollari avrebbe avuto un destino differente rispetto a quello degli agenti Cia. Due gradi di giudizio hanno stabilito che Abu Omar, il 23 febbraio del 2003, venne prelevato a forza in una operazione dei servizi Usa, e trasferito per estenuanti interrogatori prima in una caserma di Aviano, poi in una tedesca per essere infine consegnato alle autorità egiziane. La colpa dell´ex guida spirituale di viale Jenner? Essere un sospetto terrorista.
Pollari, attraverso il suo difensore Nicola Madia, si dice «soddisfatto» della sentenza. Per i legali di Mancini, Luca Lauri e Luigi Panella, «il processo non si doveva nemmeno celebrare». Le parti civili, invece, restano con un pugno di mosche. La Corte d´appello ha revocato i risarcimenti che, in primo grado, Pompa e Seno erano stati condannati a pagare in solido con la Cia ai parenti dell´imam.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password