Corte Ue, è boom di ricorsi «Senza soldi per il cibo»

Carceri stracolme che si riempiono ogni giorno di più, oltre ogni limite, in un trend esattamente opposto alle risorse. Soldi che vengono sottratti alla gestione ordinaria dei reclusi dal Piano di edilizia carceraria di Franco Ionta approvato giusto un anno fa. Celle sovraffollate di immigrati e tossicodipendenti, ma sempre meno educatori, psicologi e medici. Boom di ricorsi alla Corte europea di Diritti dell’uomo. I penitenziari italiani in pochi anni sono diventati tra i più preoccupanti d’Europa, con un gran numero di criticità  ben al di sopra della media europea. È quanto emerge dal rapporto che l’associazione Antigone ha presentato ieri a Roma sulle «Carceri nella illegalità : la torrida estate 2011».

Carceri stracolme che si riempiono ogni giorno di più, oltre ogni limite, in un trend esattamente opposto alle risorse. Soldi che vengono sottratti alla gestione ordinaria dei reclusi dal Piano di edilizia carceraria di Franco Ionta approvato giusto un anno fa. Celle sovraffollate di immigrati e tossicodipendenti, ma sempre meno educatori, psicologi e medici. Boom di ricorsi alla Corte europea di Diritti dell’uomo. I penitenziari italiani in pochi anni sono diventati tra i più preoccupanti d’Europa, con un gran numero di criticità  ben al di sopra della media europea. È quanto emerge dal rapporto che l’associazione Antigone ha presentato ieri a Roma sulle «Carceri nella illegalità : la torrida estate 2011».

I numeri della popolazione carceraria purtroppo sono quelli che già conosciamo ma vale la pena concentrarsi un minuto e riflettere su queste poche cifre, una per una: i 67 mila e passa detenuti nei 205 penitenziari italiani dovrebbero avere a disposizione almeno 7 metri quadri a testa in cella singola e 4 metri quadri in cella multipla, più o meno quanto occorre per un allevamento biologico di suini – come ha fatto notare più di qualcuno. La Corte Ue dei diritti umani, che considera «tortura» la detenzione con meno di 3 metri quadri a testa, ha ricevuto invece dall’Italia circa 300 esposti per condizioni detentive al di sotto di questi standard: 150 da Antigone e altri 200 presentati direttamente dai detenuti sotto la supervisione del difensore civico, messo a disposizione dall’associazione dopo che nel luglio 2009 la Corte condannò l’Italia a seguito alla denuncia presentata dal detenuto serbo-bosniaco Sulejmanovic. «Condizioni inumane di detenzione causate dal sovraffollamento», stabilirono i giudici europei. Prendiamo Poggioreale: «In una cella di 8 metri per 4, vivono 12/13 persone – si legge nel rapporto – spazi adibiti a bagno e cucina uniti tra di loro, finestre munite di schermature, 22 ore al giorno il tempo trascorso in cella». Al sesto raggio di Milano San Vittore, invece, in celle di 7 metri quadri si sta in 6, spesso per 20 ore al giorno, sdraiati sui letti a castello a tre piani. E così via, l’elenco è lungo. E in estate si soffre molto di più.
Se confrontiamo la vita in una cella italiana con le medie europee, capiamo perché certi potenti farebbero qualsiasi cosa pur di non varcare i cancelli: ogni 100 posti letto ci sono 148,2 detenuti (in Europa 96,6); il 37% è straniero (Ue 11,5%); il 36.9% sconta la violazione della legge sulle droghe (Ue 15,4%); il 4,6% è condannato all’ergastolo (1,4% in Europa). Il tasso di suicidi ogni 10 mila carcerati (i dati si riferiscono al 2008, ultima rivelazione europea) è di 8,2 (in Ue 6,1). In Italia c’è un poliziotto penitenziario ogni 1,4 detenuti, in Europa ogni 2,6. Al contrario, invece, c’è una figura non di polizia (educatori, direttori, medici, psicologi, ecc) ogni 21,7 carcerati (in Ue 13,1).
Ma se negli ultimi tre anni (2007-2010) la popolazione carceraria è aumentata del 50,6%, parallelamente lo stanziamento di risorse è calato da 3,09 a 2,77 miliardi: meno 10% nel solo 2010. Scrive Antigone: «Il sistema è allo stremo e da mesi un importante sindacato di polizia avvisa che “è a rischio anche il sostentamento dei detenuti, considerato che a settembre non ci saranno più nemmeno i soldi per dar loro da mangiare”». Nella legge finanziaria del 2010, però, è previsto lo stanziamento di 500 milioni di euro per la realizzazione del Piano di edilizia carceraria presentato dal Commissario straordinario Franco Ionta e approvato il 29 giugno 2010, che prevede la realizzazione entro il 2012 di 9.150 posti e una spesa di 661 milioni di euro. Gli altri 161 milioni di euro «saranno scippati alla Cassa delle Ammende, un fondo del ministero della Giustizia tradizionalmente destinato al reinserimento dei detenuti». Non c’è da stupirsi, dunque, se il 65% di coloro che arrivano a fine pena – come ricordava ieri dalle colonne di questo giornale Marco Pannella – finiscono per delinquere di nuovo e tornare in cella.
Antigone bolla come «inverosimile» la tempistica prospettata dal piano Carceri, il cui primo cantiere è stato inaugurato a Piacenza il 28 febbraio 2011, mentre in molti casi «devono ancora essere individuate le zone interessate». In più, «ammesso che il piano parta adesso, che i soldi bastino, e si rispettino i tempi indicati, al ritmo di crescita dei detenuti nel 2012 mancheranno ancora 14 mila posti». Sulla collocazione delle strutture, invece, c’è da registrare che «dei 9.150 nuovi posti previsti, 2.400 saranno in Sicilia, 850 in Campania, 1.050 in Puglia: circa la metà si concentrerà dunque al sud, mentre oggi i tassi di sovraffollamento più elevati si registrano nel centro nord».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password