Il film La prima linea. La censura democratica

l’introduzione di Sergio Segio alla seconda edizione del suo libro Miccia corta. Una storia di Prima linea, uscita nell’ottobre 2009

«Oltre quattro anni fa, licenziando questo libro, ho provato una sensazione di soddisfazione: quella di aver portato a termine ciò che si ritiene un proprio dovere, un impegno morale. Il dovere era quello della memoria. L’impegno era riferito a una storia collettiva, troppo spesso negata, rimossa o mistificata. Talvolta anche da chi l’ha vissuta in prima persona».

Comincia così l’introduzione di Sergio Segio alla edizione del suo libro Miccia corta. Una storia di Prima linea, uscita nell’ottobre 2009, per le edizioni di DeriveApprodi.

Nella nuova introduzione, l’autore riepiloga e documenta la vicenda del film La Prima Linea, assai liberamente tratto dal suo libro, ma fortemente condizionato da polemiche, censure e autocensure da parte di sceneggiatori, regia e produzione, tanto da spingere Segio a non riconoscerlo e a prendere le distanze:

«Il film La prima linea è stato sottoposto a pressioni, intimidazioni e censure che non sarebbero state tollerate in nessun altro paese democratico. Perché, ormai, si vuole sia questa la Storia, l’unica storia da raccontare di quegli anni: quella che dice della ferocia e dell’esclusiva responsabilità delle organizzazioni armate di sinistra. Così che tutti continuino a guardare il dito, dimenticandosi della luna, vale a dire degli “armadi della vergogna” e della realpolitik delle istituzioni e dei governi della Prima Repubblica. Armadi ben altrimenti zeppi di scheletri. E così che Scamarcio, nel film, possa infine assumersi la totalità degli errori e delle responsabilità, che andrebbero invece assai largamente condivise.
Come quasi sempre nella storia, il rancore e la vendetta esigono personificazione, capri espiatori, figure simboliche da mandare al rogo, o almeno al linciaggio morale, se non a quello fisico. È quello che è successo e che sta succedendo», conclude l’introduzione.

Scarica il file dell’introduzione

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