Expo, la febbre del giorno prima

Milano. Ieri sera corteo degli antifascisti contro il raduno neonazi per ricordare Sergio Ramelli. Questa mattina gli studenti scendono in piazza per la prima vera manifestazione contro l’esposizione universale. E domani sarà MayDay

Si comin­cia. Milano ha aspet­tato anni ma le ultime ore non pas­sano mai. L’attesa è sner­vante, anche se non sem­pre è facile capire per che cosa. Gli “eventi” si acca­val­lano, c’è come un’ansia di met­ter­seli subito alle spalle per affron­tare quello suc­ces­sivo. Tutti stanno arri­vando, tutti dicono che sono pronti. Per fare cosa è que­stione di punti di vista. Ieri per esem­pio, men­tre la Digos ha rico­min­ciato a gio­care a nascon­dino con l’ala più dura degli “anta­go­ni­sti” mila­nesi, sono arri­vati altri 2.600 agenti per garan­tire la sicu­rezza. E sono solo i rin­forzi. Qual­che pro­blema di ordine pub­blico? Un pochino, lo sanno tutti. Obiet­tivo non dichia­rato: limi­tare i danni.

Ma tutto som­mato la poli­zia è una pre­senza ras­si­cu­rante — si dice che non abbia alcuna inten­zione di cer­care il con­tatto con i mani­fe­stanti più osti­nati — in con­fronto alle cen­ti­naia di nazi­fa­sci­sti che ieri sera hanno invaso la città scor­tati dagli agenti per il loro rituale e pre­te­stuoso pre­si­dio in ricordo di Ser­gio Ramelli, il dician­no­venne ucciso il 29 aprile di qua­ranta anni fa. L’Expo non c’entra niente, ci man­cava anche que­sta. Non è stata una parata a passo d’oca come l’anno scorso, ma solo una lugu­bre mes­sin­scena in viale Argonne per esi­bire la tra­di­zio­nale pac­cot­ti­glia para­fa­sci­sta. Hanno anche mon­tato un palco per pre­gare, suo­nare e can­tare, dav­vero una bella festa per Milano e per il quar­tiere blin­dato come non mai.

In con­tem­po­ra­nea, gli anti­fa­sci­sti, più di un migliaio, si sono ritro­vati in piazza Tri­co­lore. Anche a loro la poli­zia aveva con­cesso solo un pre­si­dio, una “equi­va­lenza” di trat­ta­mento rite­nuta “inac­cet­ta­bile”. Per que­sto gli anti­fa­sci­sti hanno “con­vinto” la poli­zia ad auto­riz­zare un cor­teo che prima si è diretto in piaz­zale Dateo e poi ha pro­se­guito fino alla lapide di Gae­tano Amo­roso, ucciso dai fasci­sti nell’aprile del 1976. A causa di que­sto incon­tro rav­vi­ci­nato quella di ieri, per la que­stura (e per i gior­nali che non vede­vano l’ora), era la prima gior­nata da “allarme rosso”. Anche a sini­stra, a dire il vero, l’argomento aveva tenuto banco per diversi mesi.

Se cen­ti­naia di poli­ziotti sono stati impe­gnati fino a tarda sera ad impe­dire con­tatti tra fasci­sti e anti­fa­sci­sti, la Digos aveva rico­min­ciato fin dal mat­tino a stare con il fiato sul collo degli atti­vi­sti del Giam­bel­lino. Ieri mat­tina il quar­tiere si è sve­gliato con nuovo blitz ana­logo a quello del giorno prima (anche se il prov­ve­di­mento di “allon­ta­na­mento pre­ven­tivo” per ven­ti­sei stra­nieri fer­mati mar­tedì non è stato con­va­li­dato dai giu­dici del Tri­bu­nale civile di Milano). Sono stati per­qui­siti altri tre appar­ta­menti e denun­ciate nove per­sone per occu­pa­zione abu­siva. Fra que­sti anche tre tede­schi fer­mati il giorno prima: secondo la que­stura, avreb­bero cer­cato di get­tare da una fine­stra un bor­sone pieno di maschere anti­gas. Sareb­bero già cono­sciuti in Ger­ma­nia “per tumulti, dan­neg­gia­menti e altri reati con­tro l’ordine pub­blico”. Ma anche que­sta volta i giu­dici si sono messi di tra­verso: ver­ranno espulsi, ma solo tra dieci giorni. Insomma, gli stra­nieri che sono arri­vati a Milano sono già finiti nel mirino, in buona com­pa­gnia con quelli che il Copa­sir defi­ni­sce “ambienti di matrice anarco-insurrezionalista”. La sen­sa­zione è che la poli­zia li cono­sca uno per uno.

Domani saranno in piazza e il “pro­blema” da lasciarsi alle spalle il più in fretta pos­si­bile è la May­Day del primo mag­gio (i gior­nali semi­nano il panico anche per la “prima” della Scala, ma quella sarà la piazza più sor­ve­gliata del mondo). Dif­fi­cile, invece, pre­ve­dere come andrà a finire il cor­teo del pome­rig­gio — par­tenza da piazza XXIV Mag­gio arrivo a Pagano. “Mani­fe­state, ma se qual­cuno vuole usare vio­lenza o vuole deva­stare la nostra città — ha detto ieri il sin­daco Giu­liano Pisa­pia — iso­la­telo, sepa­ra­telo, tene­telo lon­tano da chi vuole mani­fe­stare anche con­tro Expo ”. Tenerli lon­tani: più che un appello, sem­bra il trai­ler di un film che tutti sanno già come andrà a finire.

Ma manca un giorno e 24 ore sono troppo lun­ghe per pen­sarci con così tanto anti­cipo. Que­sta mat­tina, infatti, biso­gna pren­dere la tem­pe­ra­tura a un’altra piazza. Sono gli stu­denti i primi a mani­fe­stare con­tro il “modello” Expo (ore 9,30 piazza Cai­roli). Pro­met­tono un cor­teo “inter­na­zio­nale”. La sera, invece, con­certo tele­tra­smesso di Andrea Boc­celli in piazza Duomo con il coro e l’orchestra della Scala. Tra gli altri brani, can­terà anche “La forza del sor­riso” scritto su musi­che di Andrea Mor­ri­cone. Una can­zone d’amore: “Ho voluto scri­vere versi che invi­tino la gente a sor­ri­dere, il sor­riso è forse quello che più scar­seg­gia ai nostri giorni”.

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