May­Day, la piazza contro l’Expo

Milano. Dopo il corteo degli studenti, oggi scende in piazza con il MayDay il variegato movimento che da anni protesta contro l’esposizione universale

Ci siamo. Paura eh? Le “infor­ma­tive” del giorno prima rac­con­tano un copione già scritto da mesi, ma rilette oggi fanno sem­pre un certo effetto. Anche per­ché i nervi sono tesi e ormai bastano un paio di bom­bo­lette e una vetrina imbrat­tata per finire in prima pagina (su la Repub­blica baste­rebbe anche un pen­na­rello). Il cor­teo degli stu­denti di ieri mat­tina è sci­vo­lato via come una qua­lun­que mani­fe­sta­zione di un otto­bre qual­siasi, pochi ragazzi, circa due­mila, tra cui qual­cuno inten­zio­nato a lasciare almeno una trac­cia. Non pro­prio un segnale di grande vita­lità dal mondo della scuola.
Lungo il per­corso, come si dice in que­sti casi, ci sono stati diversi “momenti di ten­sione”. Le chia­mano “azioni”, ognuna aveva addosso decine di tele­ca­mere per vedere l’effetto che fa. Nell’ordine: prima del cor­teo due ragazzi si sono arram­pi­cati sull’Expo Gate per appen­dere uno stri­scione, qual­che sara­ci­ne­sca è stata river­ni­ciata di fre­sco con estin­tori a spruzzo, alcuni petardi sono scop­piati nell’atrio del con­so­lato turco e poi un grup­petto di ragaz­zini incap­puc­ciati ha ten­tato di assal­tare l’agenzia inte­ri­nale Man­po­wer di viale Majno.

Que­sto il fat­tac­cio che ha pro­vo­cato una pic­cola carica della poli­zia per evi­tare la “spac­cata” (e un acceso diver­bio poco pia­ce­vole tra le “diverse anime” che for­ma­vano il cor­teo). Fine. Dispiace, ma l’analisi più lucida l’ha fatta Fedez, twit­tando: “I danni dei No Expo sono poca cosa in con­fronto alle infil­tra­zioni mafiose e le spe­cu­la­zioni eco­no­mi­che di Expo. Indi­gnati a giorni alterni!”.

Ma oggi è un altro giorno.

Alle 12 in punto il pre­si­dente del Con­si­glio Mat­teo Renzi rega­lerà al mondo una meta­fora agghiac­ciante delle sue, a seguire Papa Fran­ce­sco almeno alzerà il livello con un mes­sag­gio video tra­smesso. L’Expo, nel bun­ker di Rho-Pero, comin­cia così.

A Milano, invece, sarà tutta un’altra sto­ria. Que­sto primo mag­gio pas­serà, ma in piazza ancora non si ancora sa come andrà a finire. La May­Day oggi rischia di rubare la scena alla “prima” della Scala. Stando alla sce­neg­gia­tura già scritta dagli “007” e dagli “esperti dell’antiterrorismo”, la May­Day sarà un casino più o meno orga­niz­zato. Tanto per semi­nare il panico, a bocce ancora ferme c’è già chi parla di una città in mano ai No Expo.

Non è vero, ma que­sto il film è già scritto da mesi. Ci sareb­bero in giro un migliaio di “anar­chici” e “cas­seur” pronti a met­tere a ferro e fuoco la città. Ita­liani, ma anche fran­cesi, tede­schi, spa­gnoli, greci, sviz­zeri e inglesi. Que­sto il “blocco” che pre­oc­cupa la poli­zia, che già sta ragio­nando su det­ta­gli ope­ra­tivi molto pre­cisi. Gli agenti (migliaia impe­gnati in tutta la città) sareb­bero atta­na­gliati solo da un dub­bio. Come si com­por­te­ranno? Secondo alcuni il “blocco nero” vor­rebbe orga­niz­zarsi in uno spez­zone ben visi­bile per poi stac­carsi dal resto del cor­teo e col­pire luo­ghi sim­bolo del capi­ta­li­smo, altri invece cre­dono che ver­ranno orga­niz­zate azioni iso­late in diversi con­te­sti, magari prima della par­tenza del cor­teo (ore 14 piazza XXIV Mag­gio).

Gli “007” sareb­bero pre­oc­cu­pati per un ulte­riore ele­mento: “Non c’è — dicono — una gestione uni­ta­ria e ver­ti­ci­stica del cor­teo, non c’è chi possa par­lare a nome di tutti”. Que­sta, anche se non si dice, è anche la pre­oc­cu­pa­zione di chi da anni sta lavo­rando sui con­te­nuti della mobi­li­ta­zione con­tro l’Expo e rifiuta l’evidente cri­mi­na­liz­za­zione pre­ven­tiva della pro­te­sta. “Invi­tiamo tutti quanti a par­te­ci­pare al cor­teo per con­di­vi­dere con noi que­sta gior­nata, soprat­tutto restando alla testa del cor­teo”. Più chiaro di così…

Con­si­de­rato il pro­cu­rato allarme, pro­prio ieri il Comi­tato pro­vin­ciale per l’ordine pub­blico e la sicu­rezza ha deciso di modi­fi­care il per­corso del cor­teo taglian­dolo fuori dal cen­tro sto­rico. L’obiettivo non dichia­rato sem­bra quello di limi­tare i danni. Il nuovo tra­gitto com­prende via De Ami­cis e via Car­ducci, l’arrivo è pre­vi­sto in piaz­zale Cadorna.

Da lì, liberi tutti, con un pezzo del cor­teo che a piedi ten­terà diri­gersi al cam­peg­gio No Expo alle­stito al parco di Trenno (sono chi­lo­me­tri e chi­lo­me­tri di strada).

Nel frat­tempo, la Digos, per por­tarsi avanti col lavoro, anche ieri ha con­ti­nuato a “tal­lo­nare” l’area più deter­mi­nata del movi­mento mila­nese, quella che in que­ste gior­nate ha ospi­tato ragazzi e ragazze pro­ve­nienti da mezza Europa.

Dopo gli sgom­beri e le per­qui­si­zioni di mar­tedì e mer­co­ledì scorsi, que­sta volta nel mirino sono finiti il cen­tro sociale Man­dra­gola e la sede di Radio Cane.

Sono stati per­qui­siti anche alcuni appar­ta­menti della zona. Come si dice, “è stato tro­vato mate­riale inte­res­sante”. Il bilan­cio della pre­ve­di­bile azione di disturbo della poli­zia è piut­to­sto magro: tre cit­ta­dini tede­schi espulsi (dopo qual­che “con­trat­tempo” con la magi­stra­tura), altri tre fran­cesi cac­ciati, oltre venti fer­mati e un tede­sco arre­stato con l’accusa di deten­zione di mate­riale per la fab­bri­ca­zione di molo­tov. Un sog­getto “molto peri­co­loso”, secondo la polizia.

Altre “infor­ma­tive” rac­con­tano la sera di festa del giorno prima. Sap­piamo che Mat­teo Renzi, all’ora di cena, è arri­vato nel Silos di Gior­gio Armani, con lui la moglie Agnese, vestiva uno spol­ve­rino lungo e pan­ta­loni neri.

Alle 21, in piazza Duomo, Andrea Boc­celli ha comin­ciato a can­tare il suo inno all’amore davanti a un nutrito gruppo di vip e poli­tici rin­chiusi den­tro una gab­bia di cui vi rispar­miamo il nome. Per non esa­cer­bare gli animi.

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