« Terzo Valico inutile e dannoso» Ad Arquata tutto il paese in corteo

No Tav. In tremila sfilano nel comune del basso Piemonte. Sul percorso fino a Tortona le spese sono esplose e fra poco partiranno gli espropri. «Alla fine vinceremo»

Il sole è arri­vato per ultimo, quando la piazza della sta­zione di Arquata Scri­via era già piena. A quel punto, il cor­teo è par­tito con slo­gan e stri­scioni con­tro la rea­liz­za­zione del Terzo Valico, un’opera che qui, nel Basso Pie­monte, la popo­la­zione con­si­dera «inu­tile e dan­nosa». Alle ori­gini, nel 1991, la linea fer­ro­via­ria ad alta velo­cità e capa­cità doveva col­le­gare Genova a Milano, con gli anni il per­corso si è accor­ciato a 53 chi­lo­me­tri (dal capo­luogo ligure a Rivalta Scri­via, vicino Tor­tona) men­tre i costi lie­vi­ta­vano: 6,2 miliardi di euro, 115 milioni di euro al chilometro.

È un’opera con­si­de­rata tut­tora stra­te­gica dal governo Renzi, nono­stante il neo mini­stro delle Infra­strut­ture Gra­ziano Del­rio abbia recen­te­mente messo in cri­tica il sistema delle grandi opere, dopo lo scan­dalo tan­genti sol­le­vato dalla Pro­cura di Firenze, che coin­vol­ge­rebbe anche gli appalti del Terzo Valico. Ma la Torino-Lione e la Genova-Rivalta Scri­via restano in pro­gramma. Una con­trad­di­zione di fondo che i No Tav con­te­stano pro­fon­da­mente. Ieri, per dire no al Terzo Valico e alle mega opere, sono scesi in piazza ad Arquata tre­mila per­sone. C’erano tutti i comi­tati delle valli ales­san­drine Scri­via e Lemme e di quelle geno­vesi Verde e Pol­ce­vera, diret­ta­mente inte­res­sate dal per­corso fer­ro­via­rio che andrebbe a som­marsi agli attuali due valici dei Giovi e riper­cor­re­rebbe l’antica via romana Postu­mia. Sono, inol­tre, arri­vati pull­man dalla bat­ta­gliera Val di Susa e da Bre­scia e Verona. E gli atti­vi­sti del movi­mento per la casa di Bolo­gna e Roma.

In via Roma, nel cuore del paese, dal bal­cone di un palazzo a più piani, anche una bam­bina si è messa a sven­to­lare la ban­diera bianca con il treno cro­ciato. Il cor­teo si è bloc­cato come in un fermo foto­gramma, ha alzato lo sguardo ed è esploso in un applauso emo­zio­nato. «Siamo grandi solo se insieme – ha detto a fine mar­cia, Nico­letta Dosio, sto­rica No Tav val­su­sina –, dal Nord al Sud del Paese è in atto una ricom­po­si­zione sociale che col­lega diversi ter­ri­tori e rivendicazioni».

La pro­te­sta con­tro il Terzo Valico denun­cia i rischi per l’ambiente e la salute, dall’amianto con­te­nuto nelle mon­ta­gne tra Pie­monte e Ligu­ria ai peri­colo per le falde acqui­fere di Arquata e Novi Ligure. Clau­dio Sanita, arqua­tese e voce del movi­mento con­tro il Terzo Valico, esclama: «Vedrete, que­sta par­tita la vin­ce­remo noi. Del­rio, Renzi e tutti i soste­ni­tori di que­sto eco­mo­stro sap­piano che non ci fer­me­remo mai. Noi chie­diamo che bloc­chino subito quel ricatto che è la ber­lu­sco­niana legge obiettivo».

Nelle pros­sime set­ti­mane la lotta potrebbe riac­cen­dersi in con­co­mi­tanza con gli attesi espro­pri in zona Radi­mero, dove ha sede il can­tiere Tav ad Arquata. Espro­pri che il movi­mento ha dichia­rato di voler fermare.

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