Sciopero generale. Incursione alla sede nazionale del partito Democratico di Uds e Rete della Conoscenza
Mani colorate di vernice, striscioni, pentole contro un cordone di celerini schierati ieri per proteggere l’entrata della sede nazionale del Partito Democratico di Sant’Andrea delle Fratte a Roma, il «Nazareno». « Scuola e democrazia sono nelle nostre mani», si è letto sul grande striscione esposto dagli studenti incontenibili. Mentre centomila persone sfilavano verso piazza del Popolo, ieri in centinaia hanno lasciato le loro impronte sull’asfalto più noto della politica italiana, e anche sugli scudi schierati dal cordone della polizia. «È stata un’azione pacifica — ha spiegato la Rete della Conoscenza — le mani sporche di vernice volevano testimoniare quanto la scuola e anche la democrazia siano attaccate dalle politiche sulla scuola o sul lavoro di questo governo». Una delegazione studentesca è stata ricevuta dal presidente Pd matteo Orfini. Orfini ha detto agli studenti che sul contestato Ddl Renzi-Giannini «il confronto è aperto» e che il Ddl «può essere cambiato». «È un’apertura tardiva al confronto e non un’apertura al cambiamento radicale rivendicato dalle piazze dello sciopero da parte del Pd» ha risposto Danilo Lampis (Uds). Gli studenti chiedono «il blocco del ddl sulla Buona scuola, un decreto urgente sulle assunzioni e la riapertura di un dibattito vero» mai avvenuto dal 3 settembre 2014 — giorno della presentazione della cosiddetta «Buona Scuola». Le proteste contro la riforma Renzi-Giannini-Pd proseguiranno il 12 maggio quando sono previsti i quiz Invalsi alle scuole superiori: «Sono l’espressione di un modello di gestione autoritario, antidemocratico e assolutamente non partecipato». Nel giorno dello sciopero generale ieri hanno manifestato 80 mila studenti in tutto il paese.
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