Roma. Action annuncia di avere preso in affidamento e in gestione diretta la tenuta Vaselli di Castel Gandolfo, poco distante dalla residenza estiva del pontefic
Sgomberati e apolidi, costretti negli angoli più bui e infami di una metropoli immensa e deserta, ieri 250 senza casa si sono ripresi una piccola, ma suggestiva, porzione del patrimonio pubblico inutilizzato a Roma. Con il movimento Action hanno occupato la tenuta Vaselli di Castel Gandolfo, di fronte alla residenza estiva di Papa Francesco. La tenuta di un grande proprietario terriero, il conte Romolo Vaselli, da oggi è stata «presa in affidamento e in gestione diretta» da loro.
Un atto di protesta clamoroso contro gli sgomberi a ripetizione, la rimozione delle politiche di accoglienza, di integrazione e di inclusione sociale dei migranti. Il clamore dell’iniziativa è ancora più grande perché tra sei mesi ci sarà il Giubileo. La visione è quella di una città che «parta dalle necessità reali» degli esclusi. E viene anche avanzata una proposta sulle strutture che accoglieranno i pellegrini: dopo il «grande evento» religioso, trasformarle «in abitazioni e centri di accoglienza solidali e mutualistici». Idee completamente rimosse da quando Roma è stata travolta dalle inchieste di «Mafia Capitale» che ha messo seriamente in dubbio l’intreccio tra le cooperative, il terzo settore e la politica, oltre che il ruolo improprio di minacciosi «mediatori». A Papa Francesco gli occupanti hanno chiesto, con toni evangelici, un incontro urgente «per condividere un percorso di protagonismo attivo, provando ad invertire l’egemonia dei mercanti del Tempio che relegano i diritti dei più poveri all’ultimo posto». «Il Giubileo sia l’occasione per costruire insieme un’agenda sociale urbana per la casa» sostiene Gianluca Peciola, capogruppo Sel Campidoglio.
Roma è in continuo fermento nella lotta contro il piano casa Lupi che nega utenze e cittadinanza agli occupanti per necessità. Ieri è stato sgomberato il palazzo di Piazza dei Navigatori occupato giovedì. Dopo una resistenza, un centinaio di aderenti ai movimenti per il diritto all’abitare hanno manifestato sotto la regione Lazio. «Il diritto alla casa non si fermerà — hanno detto — Oggi abbiamo avuto una risposta chiara su come vengono gestite le emergenze in questa città». La richiesta è di una delibera regionale sulla casa e la riprogrammazione delle risorse: «Bisogna uscire dalle logiche emergenziali, costose e a rischio corruzione».
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