«Casa Pound non è benvenuta a Roma»

no al fascismo

Oggi corteo dell’estrema destra a Roma, presidio antifascista all’Esquilino. La protesta ha mobilitato l’Anpi, centri sociali, sinistra e associazioni

ROMA Un presidio in piazza dell’Esquilino – lato Via Cavour – a partire dalle nove di stamattina. È quanto sono riusciti a strappare gli antifascisti e antirazzisti romani dalla Questura e dalla Prefettura dopo giorni di campagna sui social con l’hashtag #casapoundnotwelcome e un presidio in piazza SS. Apostoli mercoledì scorso. «La manifestazione ce la siamo conquistata – dicono gli attivisti – è lungo il percorso che era stato inizialmente richiesto ed autorizzato a Casapound, l’organizzazione neofascista promotrice di campagne di odio e intolleranza».

Il corteo dell’estrema destra è stato convocato in contemporanea con altre manifestazioni ad Atene, Budapest e Madrid dove sfileranno organizzazioni come Alba Dorata, Alternativ Europa e Hogar Social. Lo slogan è «Difendere l’Italia». Il corteo partirà alle 10 da via Napoleone III, dove ha sede il movimento, in uno dei quartieri multietnici della Capitale. Il 4 maggio scorso era stato chiesto un percorso fino al Colosseo. La Questura non lo ha accordato poiché in campagna elettorale non è sono previsti cortei nella zona archeologica. La manifestazione proseguirà su via dello Statuto fino all’arrivo all’ex polveriera di Colle Oppio. Nel parco con vista sul Colosseo, la questura e il comune guidato dal commissario Francesco Tronca, hanno autorizzato dalle 15 anche il concerto «nazi-rock» «Tana delle Tigri». Giunto all’ottava edizione, il concerto è stato promosso dagli ZetaZeroAlfa, la band del presidente di Casa Pound Gianluca Iannone. Parteciperanno, tra gli altri, gruppi come i «Mai Morti» o una band nazionalista francese «In Memoriam».

Per gli attivisti antifascisti «è a dir poco vergognoso che il Comune autorizzi simili manifestazioni, rendendosi di fatto responsabile della diffusione di messaggi della violenza, del razzismo, dell’omofobia e della transfobia che nulla hanno a che fare con i principi fondanti della Costituzione. Invece di preoccuparsi dell’ordinaria amministrazione si accanisce contro gli spazi sociali, le associazioni di volontariato, il terzo settore con sgomberi, ordinanze, multe, sfratti». Le vertenze sono quelle della campagna «Roma non si Vende» contro gli sgomberi di 860 spazi – associazioni, partiti, centri sociali; «Decide la città» che sta elaborando la «carta dei beni comuni urbani»; la lotta dei movimenti per la casa contro la delibera Tronca che ha stravolto un provvedimento regionale sull’emergenza abitativa nella capitale. Contro questo provvedimento 23 attivisti di Action continuano uno sciopero della fame nell’occupazione abitativa in via Santa Croce in Gerusalemme.

L’Esquilino sarà militarizzato. In città c’è un clima di allarme. Si annunciano imponenti misure di sicurezza. Mille uomini saranno schierati per evitare contatti tra le due manifestazioni. Lo schema è quello, consueto, degli opposti estremismi. L’Anpi, che ha chiesto al questore D’Angelo di vietare la manifestazione dell’estrema destra, non lo accetta: «I problemi di ordine pubblico dovranno essere costituiti unicamente dai contenuti anticostituzionali della manifestazione di Casa Pound – si legge in una nota – e dalla contraddizione emersa tra uno Stato finora impotente di fronte al riemergere di ideologie condannate dalla Storia, ed organizzazioni che si ripresentano nel nostro paese legittimate dalla competizione politica, in collaborazione e sintonia con altri noti movimenti neonazisti europei».

La candidatura di Casa Pound alle amministrative ha pesato. La conferma è arrivata ieri dalla Camera dove il sottosegretario all’Interno Gianpiero Ricci ha risposto a un’interrogazione presentata dal deputato Pd Marco Miccoli. «Casa Pound rappresenta oggi un gruppo politico che, come in passato, partecipa alla competizione elettorale in diversi enti locali – ha detto Ricci – In questo contesto il divieto avrebbe assunto il significato di una non consentita compressione del diritto di espressione del pensiero». Per il governo, il problema non è costituzionale, ma logistico e di ordine pubblico, vista la concomitanza di questi eventi con i funerali di Marco Pannella e la finale di Coppa Italia Milan-Juve. «Credo che nessuno possa permettere a nessuno di sfilare per le vie della città oltraggiando la storia della Roma democratica – ha risposto Miccoli – Autorizzare un corteo perché qualcuno ha candidato sindaco il leader territoriale a noi francamente sembra cosa inadeguata».

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