In libreria nuova edizione ‘Miccia corta’ ampliata di contenuti

Un libro rivisto e ampliato per raccontare ai giovani di oggi “perché, anni fa, nacque la lotta armata, perché altri giovani decisero di imbracciare le armi

(ANSA) – ROMA, 16 MAR – Un libro rivisto e ampliato per
raccontare ai giovani di oggi “perché, anni fa, nacque la lotta
armata, perché altri giovani decisero di imbracciare le armi,
uccidere e rimanere uccisi o finire per decenni in prigione,
nelle carceri di massima sicurezza dove si praticava la tortura
e la violenza”. A curarlo è Sergio Segio, il ‘comandante Sirio’,
ex leader di Prima linea, organizzazione armata di estrema
sinistra che ha contato circa mille militanti, il quale spiega
come la nuova edizione di ‘Miccia Corta’, da oggi in libreria
per la casa editrice Milieu, e che sarà presentata sabato 25
marzo a Milano al teatro Menotti, vuole raccontare i fatti “di
un periodo lontano, mistificato e maledetto”.
Il nucleo centrale del libro è la storia dell’assalto al
carcere di Rovigo del gennaio 1982(rpt 1982) quando militanti
armati di Prima Linea riuscirono a far evadere Susanna Ronconi e
altre tre detenute politiche, ma nella cui azione fu coinvolto
accidentalmente un passante che morì colpito da una scheggia.
“I nuovi capitoli inseriti nel libro – spiega Segio, da anni
ormai impegnato nel volontariato – raccontano il prima e il dopo
di quell’azione, un momento in cui la lotta armata era già verso
la fine. Il prima spiega come i militanti non fossero nati con
le armi in mano, ma avevano trascorso una lunga stagione di
lotta sociale, nelle scuole, nelle fabbriche. Avevano
partecipato alla storia della Sinistra extraparlamentare e poi
al breve ma intenso movimento del ’77”. “Il dopo – aggiunge
Segio – è la descrizione di una sconfitta, una realtà totalmente
mistificata dalla verità ufficiale”.
I nuovi contenuti del libro, la cui prima edizione è del
2005, comprendono anche la descrizione di un progettato attacco
al carcere speciale di Fossombrone, “un sogno di fuga – dice
Segio – evasione e liberazione dei compagni dal carcere violento
come lo erano allora quelli speciali, dove si praticava la
tortura e i militanti venivano uccisi da altri militanti”.
“Il libro non vuole essere un’operazione nostalgia – conclude
Segio, ultimo dei militanti di Prima Linea a uscire dal carcere
e terminare di scontare la condanna – ma vuole restituire la
memoria storica di quegli anni e spiegare i valori da cui quelle
vicende presero le mosse”.
AU/AU

 

http://bit.ly/2ndSZzr

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