Addio Lorenzo Bargellini, militante dell’illegalità necessaria

FIRENZE. La Firenze solidale e antirazzista piange Lorenzo Bargellini, anima del Movimento di lotta per la casa, strappato alla vita a soli 58 anni. A tradirlo è stato il cuore, e sì che «Mao» ce l’aveva enorme, tanto da agire – lui, benestante nipote del sindaco dell’alluvione Piero Bargellini – in una realtà sempre attiva per dare un tetto sulla testa ai tantissimi che ne avevano bisogno. Anche a costo di interminabili trattative con le autorità, e di decine di denunce per occupazione abusiva.

Con i conseguenti processi, e anche con le condanne che lo avevano costretto perfino all’«affidamento in prova». Come fosse un malvivente, invece che un uomo al quale la sua città avrebbe dovuto dare, da tempo, un riconoscimento al valor civile.

La tragica notizia si è propagata in un lampo, per un motivo incontrovertibile: «Non è da tutti – annota la Rifondazione fiorentina – avere la forza di dire che è giusto che chi ha di più rinunci ad un pezzetto della sua rendita a favore di chi non ha nulla, e di denunciare l’azione dei grandi gruppi fondiari e bancari che hanno acquistato gli immobili di mezza Firenze, per poi speculare sul prezzo degli affitti».

Toccante il ricordo della redazione di Controradio, che veniva avvertita in tempo reale delle occupazioni del Movimento, in modo da far aprire subito una vertenza politica, e mettendo all’angolo l’allarme per il cosiddetto «ordine pubblico», che pure veniva sbandierato dalle destre (e non solo dalle destre) che allignano in città: «Senza di lui saremmo stati tutti più in difficoltà con la nostra coscienza – ha osservato una commossa Chiara Brilli – con le emergenze che per decenni si è accollato, ogni santo giorno, ogni santa estate, ogni santo sabato di picchettaggio, di corteo, di blocco di uno sfratto, di denunce, di presidi, di diritti da fare rispettare.

Nessuno avrebbe voluto essere lui, posizione troppo scomoda quella dell’illegalità necessaria, della ‘guerra a bassa intensità’ come la chiamava lui, quella della lotta sulla strada, quella del dare risposte agli ultimi, quella del non nascondere la testa sotto la sabbia, quella del dire le cose come stanno ma sopratutto cercando di cambiarle».

L’ultima mancanza di rispetto nei suoi confronti è arrivata proprio da Palazzo Vecchio, che non ha voluto ricordarlo in consiglio comunale.

A nulla sono valse le proteste di Firenze a Sinistra (i consiglieri Grassi, Verdi, Trombi), mentre fra i mille messaggi di cordoglio arrivavano quelli di Tommaso Fattori e Paolo Sarti, che con i Medici per i diritti umani lavorava con il Movimento per la casa nell’assistenza ai migranti.

«L’insegnamento più importante che ci lascia – scrivono gli attivisti del Movimento – è che contro l’ingiustizia di questo mondo non bastano le belle parole, e lui non si è mai accontentato di ‘chiacchierare’. Fino all’ultimo respiro ha fatto di tutto perché il fuoco delle lotte non si spegnesse. E non si spegnerà».

Nel giorno del suo funerale ci sarà un grande corteo in Santa Croce, nel quartiere tanto amato da Lorenzo.

SEGUI SUL MANIFESTO

You may also like

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password