Torino. Maya, 19 anni, attivista No Tav e anti-sfratti, è stata portata via da otto agenti mentre si trovava in strada ed è uscita dalla caserma con un occhio nero e numerose denunce
TORINO. Maya ha diciannove anni e il suo volto è deturpato da un grosso ematoma intorno all’occhio destro. Un alone nero che ricorda molto quei lividi che vengono quando prendi un potente cazzotto.
La notte di giovedì per lei è stata drammatica: si trova ai Murazzi di Torino e si ferma ad osservare un’operazione di polizia che alcuni agenti stanno eseguendo.
Il suo racconto sul seguito lascia senza fiato: fermata – dato che viene riconosciuta come militanti anti sfratti e No Tav – viene portata in una caserma della città. Qui viene perquisita, totalmente, e poi rinchiusa in cella.
Ne uscirà alle prime luci dell’alba con una denuncia per resistenza, oltraggio, violenza e porto d’armi: sette chiodi da muro. E non solo. Subito si reca al pronto soccorso, dove le vengono riconosciuti evidenti tumefazioni e sei giorni di prognosi.
La giovane ragazza il mattino successivo gira un video, con voce tremante, in cui racconta con dovizia di particolari un fermo di polizia che si trasforma in qualcosa di molto più serio: «Mi sono ritrovata circondata da circa otto agenti, molto nervosi. Un agente mi ha preso dai polsi bruscamente e mi ha messo in macchina. Nel momento in cui sono entrata sono stata spintonata su una sedia, dove ho ricevuto un pugno. Mi hanno tolto la sedia e sono rimasta in piedi e successivamente mi hanno chiuso in cella, dove sono rimasta tre ore». Nei prossimi giorni la giovane ragazza denuncerà nelle sedi giudiziarie competenti quanto accaduto.
Sulla vicenda, è intervenuto Marco Grimaldi, consigliere regionale di Sinistra Italiana, che ha presentato una interrogazione inerente quanto accaduto.
«Ho chiesto – ha dichiarato il segretario regionale di Sinistra Italiana – un approfondimento istituzionale, l’avvio di un’inchiesta da parte della Questura e un sostegno per le spese legali in base alla legge contro la violenza sulle donne, nel caso i fatti fossero confermati. L’assessore – prosegue Grimaldi – non entrando nel merito del caso, ha precisato che ’tutte le donne vittime di violenza e maltrattamenti che intendano sporgere denuncia per un reato che sia stato consumato o tentato sul territorio piemontese possono beneficiare del Fondo di solidarietà’».
«Ho concluso – aggiunge Grimaldi – dicendo che questa vicenda non può passare sotto silenzio. Parliamo di una donna di 19 anni. Non ci si trinceri dietro a difese d’ufficio. Se Maya si è presa a pugni da sola, sia denunciata per calunnia e io sia denunciato per queste illazioni, altrimenti si dimostri buon senso e si verifichi effettivamente che cosa è successo».
FONTE: IL MANIFESTO
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