Un’adesivo è stato attaccato su citofoni, cancelli e portoni di 15 persone: «Un atto squadrista, noi non ci facciamo intimidire»
Il caso. «Negli anni Trenta fascisti e nazisti marchiavano i negozi degli ebrei. Oggi i neofascisti marchiano le case dei cittadini che si sono espressi contro il fascismo». 400 sindaci invitati a denunciare lo squadrismo e esporre l’adesivo nei municipi
L’intimidazione fascista è stata consumata durante la notte di due giorni fa. Sui citofoni, i cancelli e i portoni di casa di alcuni attivisti sono stati attaccati gli adesivi: «Qui abita un anti-fascista». Sull’immagine era stampato il simbolo del coordinamento civico «Rete Antifascista». La denuncia dell’attacco fascista è partita sui social network, quando le vittime hanno denunciato l’accaduto.
«ECCO COSA SUCCEDE quando si lasciano i neofascisti liberi di aprire sedi, fare manifestazioni e presentarsi alle elezioni, lasciando impunite le loro aggressioni squadriste – scrive Alessandro Caiani – Sciogliere subito CasaPound e Forza Nuova. A chi negherà l’esistenza del problema come successo di fronte a episodi ben più gravi e a chi penserà “se l’è cercata sicuramente”. No genietti, non me la sono cercata: sono i fascisti che vengono a cercarti prima o poi se li si lascia fare. Il fascismo è questo. P.S. l’adesivo intimidatorio “qui ci abita un antifascista” che hanno attaccato sul mio cancello l’ho lasciato lì perché, a differenza dei fascisti, posso non provare vergogna di quello che sono».
NEL MIRINO ANCHE l’Anpi. Luca Casarotti, vicepresidente del circolo “Onorina Pesce Brambilla” scrive su Twitter che “anche un componente del comitato della mia sezione Anpi ha trovato sulla porta di casa l’adesivo con la scritta sbarrata “qui ci abita un antifascista”. Lo stesso altri compagni, membri di organizzazioni o attivisti per proprio conto». «Non si perdono le vecchie abitudini» – si legge sulla pagina del circolo Anpi – un gesto che evoca i peggiori ricordi della Germania nazifascista. Non ci facciamo spaventare da questa intimidazione che è l’ennesima conferma del clima violento che sta crescendo anche a Pavia. Vicini e solidali con le compagne ed i compagni violati. Ora e sempre resistenza».
«SONO TORNATO A CASA e ho trovato l’adesivo attaccato al citofono. È un atto squadrista e chiaramente intimidatorio. Come amministratore pubblico dico che non dobbiamo lasciarci intimidire e dobbiamo continuare a dire a voce alta che siamo antifascisti» ha sostenuto l’assessore pavese alla Cultura, Giacomo Galazzo a cui è arrivata la telefonata di solidarietà e sostegno della presidente della Camera, Laura Boldrini, oggi in Liberi e Uguali, in città la sera prima del blitz per partecipare a uno degli eventi di chiusura della campagna elettorale.
«MI FA PARTICOLARMENTE piacere la telefonata della presidente Boldrini che non può intervenire pubblicamente a causa del silenzio elettorale, ma ha voluto esprimere la sua condanna contro questo gesto» ha spiegato l’assessore. «Vi serviranno troppi adesivi per appenderli a tutti i campanelli di Pavia – ha commentato il sindaco della città lombarda Massimo Depali.
«NEGLI ANNI TRENTA fascisti e nazisti marchiavano i negozi degli ebrei. Negli anni 2000 i neofascisti marchiano le case dei cittadini che si sono espressi pubblicamente contro il fascismo. Evidentemente le cattive abitudini non passano. Anche perché, sono gli stessi di allora, solo se la prendono con soggetti diversi – ha scritto Gabriele Duci sul suo profilo Facebook – Questo adesivo me lo sono meritato perché’ mi sono espresso pubblicamente, anche su questo gruppo, contro il fascismo. E continuerò a farlo più forte di prima, perché’ e’ il dovere di ogni cittadino democratico».
ALESSIO PASCUCCI, sindaco di Cerveteri e coordinatore de L’Italia in Comune, il partito dei sindaci nato il 3 dicembre 2017 che raccoglie oltre 400 tra sindaci e amministratori locali di tutto il paese parla «di un ennesimo atto di violenza da parte di chi oggi a Pavia ha riproposto immagini drammatiche con la ghettizzazione degli antifascisti». Pascucci ha deciso «di marchiare anche il mio comune con l’adesivo qui c’è un sindaco antifascista» e ha invitato io suoi colleghi sindaci a fare la stessa cosa nei loro comuni.
«SIAMO CONVINTI – sostiene – che l’antifascismo sia un principio cardine, un valore non negoziabile custodito nella Costituzione italiana che va difeso con forza dalle inaccettabili violenze di una frangia sempre più pericolosa che intende rievocare uno dei periodi più bui della nostra storia». Pascucci ha detto di avere ricevuto una telefonata da parte del presidente del Senato, e leader di LeU Pietro Grasso: «Si è complimentato per l’affissione alla porta del Municipio di Cerveteri della scritta “Qui c’è un sindaco antifascista”» ha detto.
FONTE: Roberto Ciccarelli, IL MANIFESTO
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