Ombre nere.  Attentato a Roma contro la palestra Valerio Verbano

alle 23.30 di lunedì, ignoti hanno dato alle fiamme del gasolio in tre punti diversi dell’edificio: porta, retro e caldaia elettrica: fosse stata a gas sarebbe diventata una bomba

Moltissime le espressioni di solidarietà e sostegno agli animatori della palestra. «Da domani ripartiranno le attività e saremo ancora più forti grazie all’ondata di solidarietà che stiamo ricevendo – ha spiegato Luca Blasi del centro sociale Astra – Abbiamo lanciato un crowdfunding per riparare i danni subiti e continueremo a fare in modo che il Tufello resti una zona in cui per i fascisti non c’è posto»

Un attacco incendiario ha colpito la palestra popolare Valerio Verbano, nel quartiere romano del Tufello. Intorno alle 23.30 di lunedì, ignoti hanno dato alle fiamme del gasolio in tre punti diversi dell’edificio: porta, retro e caldaia elettrica. Fosse stata a gas sarebbe diventata una bomba.

«SONO VENUTI DI NOTTE, perché qui di giorno non si affacciano. Ma non sono riusciti a dare fuoco all’edificio» ha esordito Giulio Bartolini, responsabile del progetto, nella conferenza stampa organizzata ieri pomeriggio. «L’azione si inserisce in una fase politica nuova in cui i fascisti sono sdoganati dal governo – ha detto Luca Blasi, del vicino centro sociale Astra – Questo gesto vigliacco è indirizzato contro tutto il laboratorio politico nato in questo pezzo di città».

Durante l’iniziativa sono intervenuti esponenti del III municipio. Christian Raimo, assessore alla cultura: «È stato un attacco fascista, diciamo le cose come stanno. Qui oltre a fare ginnastica si impara la storia di Verbano, si incontrano gli attivisti del quartiere e si apprendono i valori dell’impegno e della solidarietà. È una palestra per gli antifascisti di domani». Claudia Pratelli, assessora alla scuola e allo sport: «Ci sentiamo colpiti in quanto comunità politica. Sono qui come cittadina e come rappresentante istituzionale per dire che risponderemo insieme a ciò che hanno fatto». Già in mattinata avevano espresso vicinanza Giovanni Caudo, presidente del III municipio, Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della regione Lazio, e Marta Bonafoni, consigliera regionale.

LA PALESTRA Valerio Verbano nasce nel 2006 con l’occupazione di un vecchio locale caldaie dell’Ater. L’edificio è abbandonato, pieno di siringhe e rifiuti. Per trasformarlo in un centro sportivo occorrono 60mila euro. Parte delle risorse necessarie sono raccolte con iniziative in quartiere e negli spazi sociali. Per quello che manca, alcuni ragazzi della zona accendono due mutui, ipotecando le case dei parenti.
Il 7 ottobre 2008 iniziano le attività sportive, che oggi coinvolgono 250 atleti. Dal lunedì al venerdì si svolgono corsi di capoeira, kick boxing, pre-pugilistica, karate e ginnastica artistica. In quest’ultima disciplina si esercitano 94 bambine del quartiere. Alcune erano presenti alla conferenza stampa.

IL PROGETTO sportivo e sociale porta il nome di Valerio Verbano, militante di Autonomia operaia ucciso il 22 febbraio 1980 a poche centinaia di metri. Aveva solo 19 anni. Gli assassini appartenevano a un commando fascista rimasto senza nome. La madre di Valerio, Carla, è stata tra le più accese sostenitrici della palestra, fino alla sua scomparsa nel giugno 2012. Ci teneva ad avere ogni anno la tessera numero uno. «Da domani ripartiranno le attività e saremo ancora più forti grazie all’ondata di solidarietà che stiamo ricevendo – ha concluso Blasi – Abbiamo lanciato un crowdfunding per riparare i danni subiti e continueremo a fare in modo che il Tufello resti una zona in cui per i fascisti non c’è posto».

* Fonte: Giansandro Merli, IL MANIFESTO

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