Oggi la marcia Notav, determinata e «serenamente incazzata»

500 agenti sul posto, incerta la presenza dei 5 stelle. In attesa della manifestazione di oggi dopo la batosta del Sì al treno, la festa dell’Alta Felicità continua in un clima tranquillo, tra musica e dibattiti

Di Maio: «Una mozione in parlamento ma siamo il 33%, quello che potremo fare lo faremo»

Val di Susa (Torino). Come nel terribile periodo degli scontri più duri, quindi almeno fino al 2013, le varie vie di comunicazione che percorrono la val Susa – due statali, un’autostrada, una ferrovia internazionale – sono disseminate di posti di blocco. Un segnale chiaro se si volge lo sguardo al passato. Ma la “Borgata 8 dicembre” di Venaus che ospita il Festival dell’Alta Felicità giunto alla sua terza edizione, continua ad essere una bolla di serenità accerchiata da venti di tempesta.

IL VICEPREMIER E MINISTRO dell’interno Matteo Salvini ieri ha ripetuto il suo mantra: «Siamo in democrazia, ognuno è libero di dire quello che vuole, se ci fosse un solo episodio di violenza non resterà impunito». Dopo il volto feroce, come da tecnica collaudata, la componente paterno-patriarcale: «Sono in contatto costante con il prefetto di Torino, spero che ci sia tanta gente, mamme, papà, bambini a volto scoperto e disarmati. L’importante è manifestare le proprie idee cantando, fischiando e ballando, ma a volto scoperto e a mani nude. Ci saranno almeno 500 agenti sul posto, conto che tutti usino la testa – ha aggiunto -. Se qualcuno cominciasse a fare casino, ad attaccare, bruciare, minacciare e insultare, nessuno resterà a guardare. Spero che sia una bella, pacifica e affollata manifestazione, ma non sarà tollerato alcun episodio di violenza».

UN EVENTUALE PUGNO DI FERRO del ministro sui manifestanti potrebbe avere pesanti ripercussioni sul governo data la presenza di centinaia di attivisti, ed eletti, pentastellati in arrivo da tutta Italia.

LA MARCIA SI ANNUNCIA pacifica, ma il movimento Notav vorrebbe avvicinarsi al recinto esterno del cantiere. Un luogo sperduto in una valle laterale e selvaggia della val Susa, la val Clarea, che necessita di almeno un’ora di marcia per essere raggiunto. Per arrivare – è prevista pioggia a secchiate – i manifestanti dovranno superare alcuni sbarramenti che sono presenti lungo i sentieri, distanti chilometri dal cantiere. Non una novità: negli anni passati le reti che venivano poste lungo questi sentieri impervi erano aggirate senza che le forze dell’ordine intervenissero. A volte sono state tagliate, altre abbattute. Se la marcia sarà pacifica o meno dipende da cosa accadrà presso questi “blocchi” sperduti nei boschi.

I MANIFESTANTI, per voce dei loro capi, hanno abbassato i toni. Alberto Perino ha parlato ieri di «passeggiata pacifica», altri si sono dati lo scopo di «far vedere la devastazione del cantiere». «Siamo serenamente incazzati – dice Nicoletta Dosio, una delle fondatrici del movimento Notav – perché la festa è bella e partecipata, molto serena. Ma parallelamente permane la rabbia per quanto accaduto in questi giorni, fine indecorosa di una presa in giro a cui molti hanno creduto. Le nostre ragioni restano inascoltate, prevale la forza bruta di un ministro che minaccia un Festival: cose mai viste se non in tempi che consideravamo finiti. E invece non lo sono».

FUORI DALLA BOLLA che si gode musica, confronti e letteratura, permane la diatriba sul Movimento 5 stelle e le sue acrobazie sulla Tav. Il vicepremier Luigi Di Maio ieri ha ribadito di essere contrario al treno: «Alla Francia regaleremo 2,2 miliardi. Il M5S non ha rinnegato l’inutilità della Torino-Lione». «Nei prossimi giorni si depositerà l’atto per chiedere il voto in parlamento, non lo abbiamo chiesto noi, lo ha chiesto il premier. In parlamento abbiamo la maggioranza relativa, il 33 per cento, non assoluta. Quello che potremo fare lo faremo».

IL CAPOPOLITICO DEL M5S tenta di rincuorare le truppe sopratutto nel torinese, dato che mercoledì sera è previsto un confronto pubblico a Bussoleno tra i militanti, anche eletti, del M5s, al fine di prendere decisioni irrevocabili: restare o andare via? I pasdaran social hanno intanto iniziato una battente campagna in cui scaricano la colpa direttamente sulla val Susa che non avrebbe votato in modo compatto M5s, e ora quindi si meriterebbe il Tav. Rimane il dubbio sulla presenza dei parlamentari Airola e Castelli, i barricaderi della traballante maggioranza di Torino.

* Fonte: Maurizio Pagliassotti, IL MANIFESTO

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