Gli ex terroristi Susanna Ronconi e Sergio Segio (Prima Linea) non potranno più scrivere su “Narcomafie”, la rivista di don Luigi Ciotti
Gli ex terroristi Susanna Ronconi e Sergio Segio (Prima Linea) non potranno più scrivere su “Narcomafie”, la rivista di don Luigi Ciotti. Su sollecitazione dell’Associazione vittime del terrorismo, il tribunale di sorveglianza di Torino ha stabilito che i due detenuti, in regime di semilibertà , non si sono attenuti alle mansioni loro assegnate (lavoro di segreteria). Che la punizione di due omicidi (non importa se “politici” o “comuni”) preveda anche il silenzio, mi pare incomprensibile. Non dico: ingiusto. Dico: incomprensibile. Privare un essere umano della libertà professionale è già una punizione enorme, commisurata a enormi colpe: e soddisfa ampiamente, mi pare, il legittimo desiderio di giustizia che appartiene ai familiari delle vittime esattamente come al resto della società . Ma mutilare un colpevole delle proprie parole è un atto che non appartiene alla ragione, ma alla superstizione. Non assomiglia all’applicazione di una legge, ma a un rituale esorcistico. È un atto di paura che, quasi vent’anni dopo, premia il terrorismo ben oltre i suoi meriti.
(“L’Unità ”, 18 giugno 1993)
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