In piazza con Vangelo e Costituzione

MANIFESTAZIONE FIOM

MANIFESTAZIONE FIOM

La mia tempestiva adesione alla manifestazione di Roma nasce dal profondo della mia coscienza di fede e dalla responsabilità civica. Un prete che testimonia il suo impegno sempre più chiaro, stimolato dei ragazzi di Barbiana, che col loro Priore Don Lorenzo, scrivevano nella «Lettera ad una professoressa»: «Il problema degli altri è uguale al mio : sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia». Il Cristiano può vivere la propria fede solamente calandosi nella storia e nella sua oscurità con una franchezza di denuncia di tutte le illegalità, anche nella Chiesa stessa, dell’ingiustizia, con discernimento, senza imposizioni, senza crociate.
A tutti coloro che hanno a cuore le sorti di quest’Italia si chiede un gesto di generosità e di tenerezza. Corrono tempi tristi. Molti si domandono: «C’è ancora un ceto politico consapevole del baratro in cui sta sprofondando il Paese?» Il corteo indetto dalla Fiom può essere una prima tappa per una mobilitazione collettiva dove possano trovare spazio diverse forme d’aggregazione e di lotta.
Abbiamo velocemente, da incoscienti o sprovveduti, rimosso o dimenticato ciò che sta in filigrana sul programma politico dominante di questi ultimi 16 anni : «Il piano di rinascita democratica della Loggia P2 , la firma del contratto nazionale a favore di quello aziendale e la sterilizzazione del ruolo storico del sindacato. La realtà è che nei periodi di crisi diventa più evidente la fragilità sindacale e cresce la forza e l’arroganza di chi rappresenta il capitale.
Il modello negativo di Marchionne è rappresentato dai tre operai di Melfi licenziati, giustamente difesi dalla Cei e dal presidente Napolitano. Per i Padroni del Vapore il vero modello è pronto : capitalismo o democrazia. Hanno lanciato l’ultimatum. Democraticamente sfilerò per le vie di Roma col mio Vangelo in una mano e la Costituzione nell’altra contro un governo e una maggioranza che galleggia in uno stagno di mancata volontà politica di fronte alla confusa situazione sociale e produttiva.
Suonerò campanelli d’allarme per l’opposizione incerta, divisa, rissosa, deludente. Griderò con tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori : «Sì al dialogo con governo, Confindustria e Fiat, ma i diritti non si toccano.Non si possono accettare vergognosi ricatti. Nel 1977 gli Imprenditori chiedevono sacrifici agli operai in punta di piedi. E’ irrinunciabile la partecipazione autonoma a questa manifestazione. Constatando l’avanzare di un lento e strisciante colpo di stato: controllo dell’informazione, presidenzialismo, decisione delle leggi penali, pesanti intimidazioni alla magistratura, eliminazione delle lotte sindacali e spazio pubblico. Un vecchio programma pericoloso che sta sfociando nella xenofobia, nel razzismo, nel neofascismo, festaggiati nella cena di riconciliazione tra Bossi e il sindaco Alemanno
All’età di 82 anni sono consapevole di rischiare l’indifferenza, la voglia di starmene in pace. E’ un’occasione questa per indignarmni sempre più ogni giorno che passa, con lucidità e onestà intellettuale contro la diffusa «assuefazione» ad un’infelice realtà. Presidi, cantieri, movimenti, consigli, circoli, municipi, reti, centri sociali, incontrtamoci a Roma per siglare un Patto federativo come base di una «Democrazia insorgente» fondata sui luoghi dove la comunità e le persone vivono e agiscono: le città, i territori, le fabbriche, i luoghi di lavoro e di convivenza partecipativa. Mi sia concesso concludere con il mio amico e maestro Paulo Freire: «Nessuno si libera da solo/Nessuno libera un altro/Ci si libera tutti insieme».

*Coordinatore Comunità San Benedetto Genova

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