Il poeta di Iu che cita Ingrao e Rossanda: «Non rinunciamo all’identità di sinistra»

Archi­viata l’epoca dell’immaginazione al potere, la sini­stra spa­gnola scom­mette sulla cultura

Il Psoe can­dida alla regione di Madrid un filo­sofo e Izquierda unida, risponde con un poeta e cat­te­dra­tico di let­te­ra­tura spa­gnola che cita Paso­lini, Ingrao, Pie­tro Bar­cel­lona e Ros­sana Ros­sanda, letta sulla pagine del mani­fe­sto, «un rife­ri­mento cul­tu­rale e poli­tico della mia giovinezza».

Per­so­nag­gio tra­sver­sale alle mille anime del par­tito, Luis Gar­cía Mon­tero sbarca sulla prima linea poli­tica dopo una mili­tanza quasi tren­ten­nale in Iu, chia­mato a garan­tire l’unità durante una delle crisi più dure della sto­rica for­ma­zione e a sosti­tuire Tania Sán­chez, la can­di­data espressa dalle pri­ma­rie e uscita dal par­tito per le diver­genze con la fede­ra­zione madri­lena, su una pos­si­bile coa­li­zione elet­to­rale con Podemos.

La sua can­di­da­tura viene a riem­pire il vuoto lasciato dall’abbandono di Sán­chez e a cer­care di ricu­cire gli strappi interni che stanno can­ni­ba­liz­zando Iu. Non c’è il rischio di un’implosione del par­tito alla vigi­lia delle ele­zioni del 24 maggio?

Non credo. Certo sarebbe stato meglio con­cen­trarsi sul fronte elet­to­rale evi­tando le bat­ta­glie interne, però Iu è un par­tito che rispetta le auto­no­mie fede­rali ed è gene­ti­ca­mente dispo­sto al con­fronto. Dina­mi­che ana­lo­ghe si veri­fi­cano anche negli altri par­titi, però ven­gono represse o silenziate.

E allora per­ché que­sta emor­ra­gia di voti da Iu verso Podemos?

Iu paga una serie di difetti strut­tu­rali comuni ai cosid­detti par­titi tra­di­zio­nali, ingi­gan­titi dalla domanda di rige­ne­ra­zione poli­tica della cit­ta­di­nanza: poca dina­mi­cità interna, un peso ecces­sivo dell’apparato e soprat­tutto un con­ge­nito ritardo nell’intercettare e asse­con­dare le istanze di rin­no­va­mento della società.

D’altra parte, inter­ven­gono anche fat­tori rispetto ai quali Iu non ha respon­sa­bi­lità diretta: il discre­dito indif­fe­ren­ziato delle forze poli­ti­che, l’attecchimento dell’individualismo e della cul­tura neo­li­be­ri­sta in tutti gli strati sociali e la con­se­guente eclissi di alcuni valori carat­te­riz­zanti della sini­stra tra­di­zio­nale. Biso­gna con­tra­stare que­sta iner­zia e cor­reg­gere i nostri errori, senza però rinun­ciare alla nostra identità.

E quale sarebbe l’identità spe­ci­fica di Iu, soprat­tutto rispetto a Podemos?

Iu è un par­tito che non rin­nega l’ideologia di sini­stra e non ha inten­zione di dare un colpo di spu­gna al pas­sato. Di fronte alla cul­tura liquida di Pode­mos, che dice di non essere né di destra né di sini­stra, noi vogliamo riaf­fer­mare ai valori tra­di­zio­nali della sini­stra, senza tat­ti­ci­smi e senza cal­coli stra­te­gici. Rispetto all’idea dello scon­tro, anche gene­ra­zio­nale, tra il nuovo e il vec­chio, noi difen­diamo il valore della coe­sione sociale.

Alla demo­cra­zia ple­bi­sci­ta­ria e tele­vi­siva, in buona sostanza, pre­fe­riamo quella costituzionale.

Sem­bre­rebbe un’accusa di populismo…

Io non dubito dell’onestà ideo­lo­gica dei diri­genti di Pode­mos, però non mi piace l’arroganza di un par­tito che tende a scre­di­tare tutte le bat­ta­glie che non si com­bat­tono sotto la sua egida. In que­sto senso mi pare che siano più inte­res­sati a rac­co­gliere l’indignazione gene­rata dalla crisi che con­tra­stare il modello che l’ha creata, come fa sup­porre la dut­ti­lità ideo­lo­gica che loro stessi rivendicano.

Però que­sto rela­ti­vi­smo di valori, l’indiscriminata assi­mi­la­zione di tutti i par­titi alla casta, è rischiosa per­ché alla lunga fa il gioco dell’establishment poli­tico e dell’ideologia neoliberista.

Iu non ha rag­giunto accordi per cor­rere con Pode­mos né alle comu­nali né alle regio­nali. Quali sono le pro­spet­tive di con­ver­genza dopo il voto?

Noi siamo favo­re­voli a qual­siasi spa­zio di coa­li­zione in chiave anti-Pp. L’obiettivo prio­ri­ta­rio è togliere il potere al Par­tido popu­lar nel cuore del paese, tra­di­zio­nale roc­ca­forte popo­lare. E per farlo è neces­sa­rio un blocco com­patto di sini­stra. Nono­stante le diver­genze che hanno carat­te­riz­zato le trat­ta­tive per un accordo elet­to­rale, io credo che sarà facile inten­derci con Pode­mos. Per il Psoe il discorso è diverso: deve deci­dere se entrare in una coa­li­zione di stampo tede­sco con il Pp e pun­tel­lare il deca­dente bipar­ti­ti­smo o affer­marsi come forza di sini­stra e unirsi al pro­getto di cambio.

Se que­sta coa­li­zione dovesse gover­nare, quali sareb­bero i punti prio­ri­tari del programma?

Fer­mare le pri­va­tiz­za­zione soprat­tutto nel campo della sanità e dell’istruzione. Riat­ti­vare il lavoro anche mediante la con­ces­sione di un sala­rio sociale, e isti­tuire un orga­ni­smo che vigili sulla cor­ru­zione con l’obiettivo di estir­pare le trame clien­te­lari che hanno con­trad­di­stinto la gestione del Pp della Comu­ni­dad de Madrid.

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