Due giorni a giugno, zero partiti. Il debutto della Coa­li­zione sociale

In settimana nuovo appuntamento dei promotori. Per il segretario dei meccanici «chiunque si candidi a qualsiasi elezione sarà fuori». Domani Fiom e Cgil a confronto sulla democrazia sindacale

Sostan­zial­mente imper­mea­bile al big bang della sini­stra acce­le­rato dall’uscita di Civati dal Pd, la Coa­li­zione sociale va avanti. Men­tre Mau­ri­zio Lan­dini e la Fiom domani sono attesi da un fac­cia a fac­cia a tutto campo con Susanna Camusso e la segre­te­ria confederale.

Per lan­ciare defi­ni­ti­va­mente la Coa­li­zione sociale è stata orga­niz­zata una due giorni a metà giu­gno. E alla fine della pros­sima set­ti­mana si terrà la riu­nione pre­pa­ra­to­ria con i sog­getti pro­po­nenti che si incon­tra­rono nella sede della Fiom lo scorso 14 marzo. Intanto si sta cer­cando la sede — un luogo pub­blico a Roma, molto grande e sim­bo­lico — che ospi­terà le gior­nate di debutto del pro­getto lan­ciato da Landini.

In que­ste set­ti­mane sul ter­ri­to­rio si sono tenute mol­tis­sime assem­blee in cui asso­cia­zioni, reti, cen­tri sociali, comu­nità e sem­plici cit­ta­dini hanno discusso di come met­tersi a dispo­si­zione. E pro­prio il ter­ri­to­rio sarà l’elemento cen­trale della Coa­li­zione sociale. Sul ter­ri­to­rio si sta­bi­li­ranno gli obiet­tivi, i temi, le cam­pa­gne da por­tare avanti. Aprendo le porte a tutti. Tranne che ai par­titi e ai movi­menti poli­tici.
Per­ché l’altro punto fermo della Coa­li­zione sarà la totale indi­pen­denza dai par­titi e la volontà di non sosti­tuirli. Nono­stante le lusin­ghe rice­vute anche in que­sti giorni, Lan­dini rimarrà indi­pen­dente e lon­tano anche dal pro­cesso in atto a sini­stra. Di più, nelle scorse set­ti­mane lo stesso segre­ta­rio della Fiom ha annun­ciato che «chiun­que si can­di­derà a qual­siasi tipo di ele­zione sarà fuori dalla Coa­li­zione sociale». Un punto fermo neces­sa­rio «per far capire anche a chi non vuole farlo che noi non faremo mai un partito».

La riu­nione del pros­simo fine set­ti­mana dovrà fis­sare i prin­cipi costi­tu­tivi della Coa­li­zione. Per il momento non è pre­vi­sto alcuno sta­tuto o rego­la­mento pro­prio per aprirsi il più pos­si­bile alla società. Emer­gency, Arci, Libera, che sono sem­pre state accanto alla Fiom dalla bat­ta­glia di Pomi­gliano del 2010 in poi, sono affian­cate da mol­tis­sime asso­cia­zioni di pre­cari e freelance.

Quanto alla con­tra­rietà alla Coa­li­zione sociale da parte della casa madre con­fe­de­rale, l’argomento sarà svi­sce­rato ancora domani. Ad un mese e mezzo dalla mani­fe­sta­zione di piazza del Popolo, Fiom e Cgil tor­ne­ranno a par­larsi. Un incon­tro fra le due segre­te­rie alla vigi­lia del deli­cato Diret­tivo con­fe­de­rale di gio­vedì che dovrebbe varare le modi­fi­che sta­tu­ta­rie in vista della Con­fe­renza d’organizzazione del pros­simo set­tem­bre. A divi­dere metal­lur­gici e mag­gio­ranza della Cgil è sem­pre il tema della demo­cra­zia sindacale.

Le ten­sioni sulla Coa­li­zione sociale che por­ta­rono Susanna Camusso a deci­dere di non par­lare dal palco di Unions il 28 marzo sono ancora tutte sul tavolo. Com­plice anche la «riu­nione di mag­gio­ranza» di fine aprile a cui Mau­ri­zio Lan­dini non è stato invi­tato. Da entrambe le parti però si lavora per cer­care una media­zione che con­senta di non creare un solco in que­sto dif­fi­cile momento.

La Cgil è infatti alle prese con una rior­ga­niz­za­zione che gio­vedì vedrà un pas­sag­gio fon­da­men­tale. Finiti i gruppi di lavoro su con­trat­ta­zione, strut­tura, for­ma­zione e risorse, la segre­te­ria pro­porrà al Diret­tivo una pro­po­sta sulle modi­fi­che sta­tu­ta­rie. Prima delle quali quella sulla moda­lità di ele­zione dei ver­tici nel pros­simo con­gresso. La bozza pre­vede che al pros­simo con­gresso del 2018 l’elezione della segre­te­ria avverrà tra­mite una assem­blea degli elet­tori molto più ampia — circa 500 mem­bri, circa il dop­pio dell’attuale diret­tivo — for­mata per la mag­gio­ranza — si parte dal 51 per cento — da dele­gati dei lavo­ra­tori e per il restante dai diri­genti della con­fe­de­ra­zione per tute­lare le cate­go­rie senza Rsu. La Fiom con­si­dera la pro­po­sta insod­di­sfa­cente, chie­dendo che la per­cen­tuale dei dele­gati sia molto più alta.

L’altro oggetto del con­ten­dere in vista di gio­vedì riguarda le modi­fi­che allo Sta­tuto. Per la mag­gio­ranza è il Diret­tivo il luogo in cui appro­varle, men­tre la Fiom sostiene che nel caso si ten­gano «con­sul­ta­zioni cer­ti­fi­cate di tutte le iscritte e gli iscritti anche su even­tuali e pos­si­bili diverse opinioni».

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