Maker Faire, alla Sapienza violenta carica della polizia contro gli studenti

Università. Maker Faire alla Sapienza. Quattro studenti arrestati, uno a piede libero, 10 feriti, due con la testa spaccata

Università. Maker Faire alla Sapienza. Quattro studenti arrestati, uno a piede libero, 10 feriti, due con la testa spaccata. E’ finita così la protesta pacifica contro la decisione dell’ateneo più grande d’Europa di chiudere l’università, mettere in ferie i lavoratori, far pagare il biglietto agli studenti iscritti sono stati caricati violentemente dalla polizia in piazzale Aldo Moro. Oggi la protesta continua

ROMA. La mani­fe­sta­zione alla Maker Faire è finita con una carica vio­lenta della poli­zia con­tro un cen­ti­naio di stu­denti in fila in piaz­zale Aldo Moro insieme a nume­rosi ragazzi e fami­glie. Quat­tro stu­denti della Sapienza sono stati arre­stati, uno sarebbe a piede liberi e almeno altri due ven­tenni hanno ripor­tato ferite san­gui­nanti per una man­ga­nel­lata in pieno volto. Una decina i feriti. Durante la fuga un camion idrante, piaz­zato all’incrocio tra viale delle Scienze e viale Gobetti, ha esploso diversi getti d’acqua.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 16-10-2015 - Roma - Italia Cronaca Scontri durante la manifestazione contro il Maker Faire all'Università La Sapienza Photo Vincenzo Livieri - LaPresse

L’esito che in molti, nel mondo dei makers romani e tra i teo­rici dell’innovazione, hanno cer­cato di sven­tare pro­po­nendo tra l’altro un dibat­tito sui temi sol­le­vati dalla pro­te­sta si è invece rea­liz­zato in pochi minuti. Gli stu­denti mostra­vano i car­telli della cam­pa­gna «Maker Faire per chi?», lan­cia­vano slo­gan e cer­ca­vano di comu­ni­care con chi era in fila con loro, ma sono stati sepa­rati da uno schie­ra­mento di una tren­tina di agenti della celere in tenuta anti-sommossa. Nel piaz­zale erano pre­senti due auto­blindo con can­noni ad acqua e una decina di camio­nette della poli­zia, un mas­sic­cio schie­ra­mento di forze che sto­nava sia con i numeri della pro­te­sta sia con il clima festoso della Maker Faire. Le cri­ti­che degli stu­denti erano rivolte agli organi deci­sio­nali dell’ateneo più grande d’Europa. Più che sul prezzo sim­bo­lico del biglietto (due euro per gli stu­denti iscritti), per loro è deci­sivo l’uso dello spa­zio pub­blico dell’università e l’elaborazione cri­tica dei saperi nel dibat­tito sull’«innovazione» sociale o tecnologica.

Obiet­tivo della cam­pa­gna degli stu­denti della Sapienza non sono i makers, ma la deci­sione di chiu­dere l’ateneo, man­dare in ferie i lavo­ra­tori e l’impostazione dell’iniziativa spon­so­riz­zata da 55 aziende. Sul volan­tino distri­buito all’entrata, die­tro le grate che pro­teg­ge­vano le aiuole e due bigliet­te­rie col­lo­cate sotto l’enorme porta d’ingresso dell’ateneo, è stato riba­dita la neces­sità di «tro­vare un con­fronto sul tema dell’innovazione, della ricerca, della con­di­vi­sione dei saperi e dei rap­porti tra que­sti e i pro­fitti di grandi aziende come quelle che spon­so­riz­zano la Maker Faire e che non tro­viamo giu­sto abbiano una vetrina all’interno di un’università pub­blica». «La Sapienza – sosten­gono gli stu­denti — dovrebbe pre­ten­dere che que­ste mani­fe­sta­zioni, se vogliono essere ospi­tate all’università, abbiano un’impostazione oppo­sta: dare spa­zio all’autoproduzione, al riuso, al rici­clo, alla demo­cra­tiz­za­zione del sapere».

La distin­zione, in realtà, non è così netta, ma su que­sti temi ampio potrebbe essere il dibat­tito. Que­sto avrebbe dovuto essere il tema di un incon­tro richie­sto lo scorso 8 otto­bre dagli stu­denti al pro­ret­tore alla ricerca Valente e al pre­side di Fisica Longo. Gli stu­denti ave­vano chie­sto «il coin­vol­gi­mento attivo e par­te­ci­pato all’interno della fiera con uno spa­zio auto­ge­stito per esporre la nostra idea di innovazione».

La richie­sta è stata fatta cadere, men­tre alla richie­sta di «tra­spa­renza» sui fondi per­ce­piti dalla Sapienza, il ret­to­rato ha rispo­sto che saranno desti­nati per «borse di stu­dio d’eccellenza». «Un diritto allo stu­dio per pochi, come sem­pre – hanno com­men­tato gli stu­denti durante una con­fe­renza stampa con­vo­cata in un piaz­zale Aldo Moro deserto — Hanno mini­miz­zato le pro­ble­ma­ti­che da noi sol­le­vate, ridu­cen­dole a una que­stione su pochi spic­cioli. Quando il dito indica la luna». I makers romani hanno sug­ge­rito di usare que­sti fondi per rea­liz­zare un FabLab alla Sapienza. Una sug­ge­stione utile per un dibat­tito in futuro.

La carica della poli­zia è ini­ziata quando il cor­done dei mani­fe­stanti, a viso sco­perto e pro­tetto da uno stri­scione, è tor­nata a spin­gere sugli agenti in bor­ghese schie­rati davanti a loro. Una ver­sione, non con­fer­mata, dei fatti sostiene che dopo una lunga trat­ta­tiva, gli orga­niz­za­tori ave­vano dato la dispo­ni­bi­lità a farli entrare a gruppi. Se così fosse, quello che è seguito allora non si spiega. «Un gruppo di faci­no­rosi, nono­stante i ripe­tuti bonari ten­ta­tivi di dis­sua­sione da parte dei fun­zio­nari, ha ten­tato di for­zare il cor­done di agenti che ha respinto il ten­ta­tivo» sostiene la Que­stura di Roma.

Nei video dif­fusi in rete si vede solo un timido avan­za­mento che avrebbe pro­dotto pochi risul­tati, con­si­de­rato che a pochi metri c’erano gli agenti in anti­som­mossa, senza con­si­de­rare che per arri­vare alla porta di ingresso biso­gna fare un lungo giro aggi­rando un lungo semi­cer­chio di grate. «Il ret­tore Gau­dio è respon­sa­bile della cari­che – hanno detto gli stu­denti prima di scio­gliere il pre­si­dio — Con­tro que­sta gestione mili­tare e vio­lenta, rilan­ce­remo lunedì la mobi­li­ta­zione per ripren­derci un’università affit­tata per una fiera».

Il cla­mo­roso auto­gol della Sapienza è stato con­dan­nato dall’Unione degli Uni­ver­si­tari dell’ateneo romano “Con­dan­niamo le vio­lenze alle quali oggi abbiamo assi­stito e con forza chie­diamo che l’amministrazione dell’Ateneo risponda di que­sto — si legge in una nota dif­fusa in serata — Rite­niamo del tutto legit­tima la pro­te­sta stu­den­te­sca, la quale ha rice­vuto una rispo­sta e una repres­sione che ha dell’incredibile e alla quale noi stessi sten­te­remmo a cre­dere se non l’avessimo vista con i nostri occhi. Pre­ten­diamo chia­rezza e tra­spa­renza sul quan­ti­ta­tivo e la desti­na­zione dei fondi rica­vati dall’affitto a pri­vati della nostra uni­ver­sità. Esprimiamo,inoltre, la nostra soli­da­rietà a chi oggi è stato ferito e chie­diamo il rila­scio degli stu­denti fer­mati durante la carica”.

Oggi da mez­zo­giorno è stata annun­ciata una nuova mani­fe­sta­zione dove gli stu­denti chie­de­ranno le dimis­sioni del ret­tore della Sapienza Gau­dio.
*** La storia ***

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