L’inflessibile disobbedienza civile di Nicoletta Dosio

La disobbedienza civile di Nicoletta Dosio, storica esponente del movimento Notav, si è arricchita di un nuovo capitolo

TORINO. La disobbedienza civile di Nicoletta Dosio, storica esponente del movimento Notav, si è arricchita di un nuovo, per alcuni aspetti surreale, capitolo.
Posta agli arresti domiciliari ai primi di settembre, Nicoletta Dosio non ha mai rispettato tale restrizione della libertà. Vive nella sua osteria di Bussoleno, dove lavora con il marito Silvano: da quasi due mesi quindi risulta evasa. Dopo essere andata a Roma ad incontro pubblico, dopo varie incursioni in val Susa, dopo aver partecipato a una affollata assemblea popolare di movimento, si è recata presso il Tribunale di Torino per assistere a una udienza del maxi processo che vede imputati, in secondo grado, qualche decina di notav. Qui è stata fermata, portata in questura, e poi riportata nella casa dove dovrebbe scontare gli arresti domiciliari.

Casa da cui si allontanerà appena potrà, riprendendo così a essere un’evasa.

“Non sarò mai la prigioniera di me stessa e la mia casa non sarà mai un carcere. La mia è una resistenza non violenta contro la repressione ingiusta a cui siamo sottoposti da troppi anni. E’ il tempo di essere fermi nelle proprie decisioni”.

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