NAPOLI. «L’arroganza, la protervia di un gruppo di manigoldi che hanno bloccato un punto centrale di Napoli lascia un livello di inquietudine. C’è una strategia mirata per colpire le forze dell’ordine». È il commento del questore di Napoli, Antonio De Jesu, domenica sera dopo le ripetute cariche delle forze dell’ordine contro il corteo antifascista sceso in strada per protestare contro l’iniziativa elettorale di Casa Pound, con il leader nazionale Simone Di Stefano ospite d’onore all’hotel Ramada.
L’albergo era protetto da reti e camionette, droni e idranti, praticamente irraggiungibile. Oltre 200 tra poliziotti e carabinieri schierati dalle 14. Il corteo (circa 400 manifestanti) ha evitato in ogni modo il contatto con i reparti, sfilando per il Vasto e attraversando piazza Garibaldi. Arrivati all’hotel Terminus, il corteo ha seminato il dispositivo di sicurezza e, imboccato un vicolo, è sbucato nello slargo che si biforca: a destra la strada che porta al Ramada, a sinistra corso Lucci, entrambi bloccati da reparti e camionette.
Una delegazione si è mossa per contrattare il passaggio proprio da corso Lucci ma a gestire l’ordine c’era il vicequestore Maurizio Fiorillo: protagonista delle cronache sul G8 di Genova 2001 mentre a settembre 2015, in occasione della visita di Matteo Renzi a Napoli, i manifestanti hanno raccontato che avrebbe urlato a più di uno «ti sparo in testa!». Domenica ha replicato: «Vi faccio vedere io come ve ne andate». Così è partita a freddo la carica che ha colpito il corteo alla testa e alla coda. Chi è scappato verso la Stazione centrale è stato bloccato contro il muro perimetrale e fermato manganelli alla mano.
Una decina i feriti, in tre hanno avuto bisogno di cure mediche: due per i colpi alla testa e uno per sospetta lesione ai tendini della mano. I manifestanti sono stati tenuti per un’ora in fila, in piedi faccia al muro e perquisiti, scene da dittatura. In 24 sono stati portati in questura (tre i minori), 23 i denunciati. I manifestanti si sono radunati all’ingresso della questura e sono stati caricati ancora. Le numerose immagini diffuse in rete mostrano la natura pacifica del corteo: «Nessuna molotov come qualcuno ha scritto – raccontano – e neppure provocazioni. Gli unici petardi esplosi sono stati quelli dopo la carica per cercare di rallentare la caccia all’uomo».
Mentre l’imponente servizio d’ordine sigillava ogni accesso al Ramada, Di Stefano arringava i suoi seguaci con «faremo volare le sedie in Parlamento» e «siamo i gloriosi eredi del fascismo italiano» con tanto di standing ovation. Il sindaco, Luigi de Magistris, ha commentato: «È una cosa aberrante, si sta ponendo un crinale in cui si equiparano fascismo e antifascismo». Ieri i manifestanti si sono riuniti in assemblea e poi sono andati in corteo sotto la sede del Pd.
FONTE: IL MANIFESTO
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