La peste nera. Violenta aggressione dopo un corteo di protesta contro Salvini. Ferita anche l’europarlamentare Eleonora Forenza. Due manifestanti feriti gravemente
Trenta militanti di Casa Pound identificati E la polizia carica chi protestava contro la Lega. Martedì prossimo presidio in piazza Prefettura
Per una notte Bari è tornata agli anni ‘70, quando gli scontri di piazza tra rossi e neri erano all’ordine del giorno. Sino a culminare la sera del 28 novembre del 1978 con l’omicidio di un operaio diciottenne, comunista, Benedetto Petrone. Che morì con il ventre squarciato da una coltellata, assassinato in un agguato di squadristi del Fronte della Gioventù.
Venerdì sera, nel quartiere Libertà in via Crisanzio, si è sfiorata una nuova tragedia. Quando un gruppo di persone aderenti a Casa Pound ha deciso di aggredire con spranghe, cinghie e tirapugni, un gruppo di persone che avevano da poco terminato di sfilare nel corteo antirazzista «Bari non si Lega», organizzato dalla rete Mai con Salvini.
Due i feriti più gravi: Antonio Berillo, 36 anni, napoletano, militante di Alternativa Comunista e assistente parlamentare dell’eurodeputata Eleonora Forenza, eletta con la lista ‘L’Altra Europa con Tsipras’ ed esponente di Potere al Popolo, e Giacomo Petrelli di Alternativa Comunista, che hanno riportato lesioni alla testa e al volto medicate con punti di sutura.
Oltre a loro due, hanno fatto ricorso alle cure dei medici la stessa Forenza per stato d’ansia e Claudio Riccio, già candidato di Leu e aderente a Sinistra Italiana, colpito da una cinghiata al viso parata con le mani.
L’aggressione è avvenuta nello stesso quartiere che, una settimana fa, ha ospitato il ministro dell’Interno Matteo Salvini (che ha condannato l’episodio di ieri sera) e dove un gruppo di residenti, capeggiati da Luigi Cipriani responsabile del movimento Riprendiamoci il futuro, aveva avviato una raccolta firme per «cacciare gli immigrati irregolari che hanno invaso il nostro quartiere» sostenuta anche dagli esponenti locali del Carroccio.
Ieri mattina è stata trasmessa in Procura un’informativa con una prima ricostruzione dei fatti e i nomi di circa trenta militanti di Casa Pound identificati nella notte: almeno otto dei quali avrebbero partecipato attivamente all’aggressione. Sono in corso di acquisizione, inoltre, i filmati di una telecamera posta a pochi metri dal luogo dello scontro. Stando a quanto lasciato trapelare da fonti investigative, un primo gruppo di manifestanti, dopo il corteo, sarebbe passato davanti alla sede di Casa Pound urlando «fascisti di m…».
I militanti di estrema destra a quel punto avrebbero reagito prendendosela, però, con un secondo gruppo di manifestanti che passava di lì tornando a casa. Versione molto simile a quella fornita dai militanti di Casa Pound, che hanno dichiarato di aver agito per ‘difendere’ la loro sede di via Eritrea, da un attacco di un gruppo di manifestanti dei centri sociali.
Completamente diversa invece la versione dei fatti fornita dal gruppo dei manifestanti, in primis dell’europarlamentare Forenza, che hanno dichiarato di essere stati inseguiti e aggrediti dai militanti di destra all’improvviso, alle spalle, senza apparente motivo.
L’eurodeputato ha infatti dichiarato che mentre ritornavano verso le loro autovetture, si sono fermati per assistere una donna eritrea in compagnia di un’amica e di una bambina piccola, impaurite dal dover attraversare via Crisanzio, presidiata da un gruppo di persone di Casa Pound. Dal quale a un certo punto si sono staccati 4-5 persone che hanno prima aggredito verbalmente e poi colpito violentemente l’eurodeputato e le persone presenti in quel momento con lei.
Subito dopo l’aggressione, diverse decine di attivisti e militanti antifascisti si sono ritrovati in via Crisanzio, scortati da polizia e carabinieri in assetto antisommossa che, per disperdere i manifestanti, hanno anche tentato una carica di alleggerimento. Tra cori e striscioni la tensione è poi durata fino a mezzanotte inoltrata.
Il giorno dopo, sono tantissime le prese di posizione sull’accaduto.
«L’aggressione fascista di cui è stato vittima ieri sera un gruppo di manifestanti antirazzisti a Bari suscita sdegno e seria preoccupazione. Con metodo già visto tristemente in passato, gli aggressori hanno preso di mira alcuni manifestanti isolati. I picchiatori hanno agito indisturbati, usando i loro locali come base di partenza e di rientro, e palesemente preparati visto che hanno adoperato oggetti contundenti come mazze e cinghie. Va accertato e severamente sanzionato il comportamento delle forze dell’ordine assenti durante l’agguato nelle vicinanze della sede di Casa Pound e quindi non impedendo l’aggressione e il ferimento dei pacifici manifestanti» afferma in una nota il Coordinamento Antifascista Provinciale e Regionale, di cui fanno parte Anpi, Arci Bari, Arci Puglia, Cgil Bari, Cgil Puglia, Libera Puglia, Link Bari, Rete della Conoscenza Bari – Zona Franka, Rete della Conoscenza Puglia, Unione degli Studenti Bari, Unione degli Studenti Puglia.
Che ha convocato per martedì un presidio antifascista in piazza Prefettura. Proprio dove morì Petrone.
* Fonte: IL MANIFESTO
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