Arrestato in Italia un torturatore della dittatura cilena che fondò Colonia Dignidad

Cile. Arrestato in Italia durante una vacanza, dopo anni passati in Germania. Attesa l’estradizione. La setta, creata da latitanti nazisti, aiutò il regime a far sparire gli oppositori, tra cui il cittadino italiano Juan Maino Canales

È stato arrestato a Forte dei Marmi Reinhard Doring Falkenberg, uno dei dieci cileni più pericolosi ricercati dall’Interpol. Accusato di essere stato un efferato torturatore negli anni della dittatura di Pinochet, era scappato in Germania nel 2005, poco prima che iniziasse il processo in cui era imputato per i crimini commessi e che vedeva al centro la scomparsa di un cittadino italiano: Juan Maino Canales.

Falkenberg, che oggi ha 75 anni, ha sia la cittadinanza cilena che quella tedesca e per questo si è potuto rifugiare nella città tedesca Gronau per oltre 15 anni. Si trovava in vacanza nel comune toscano di Forte dei Marmi quando, il 25 settembre scorso, è stato arrestato dalle forze dell’ordine italiane.

La notizia è stata diffusa ieri dal giornalista cileno Luis Narvaez. Ora Falkenberg si trova in carcere. L’arresto è stato comunicato dall’Interpol alla ministra della Corte de Apelaciones di Santiago, Paola Plaza, che dovrebbe inviare nei prossimi giorni una richiesta d’estradizione. Nel 2020 l’Italia ha estradato un altro torturatore della dittatura di Pinochet, Walter Klug Rivera, anche lui rifugiato in Germania. Detenuto mentre si trovava a Parma, Rivera ha tentato nuovamente la fuga lo scorso giugno ma è stato catturato a Buenos Aires e ora si trova in carcere in Cile.

LA STORIA CRIMINALE di Falkenberg è molto nota: era uno dei leader di Colonia Dignidad, tra i luoghi più oscuri e terrificanti della storia recente cilena. Fondata intorno agli anni ’60 da un gruppo di nazisti scappati dalla Germania, è stata sede di una vera e propria setta criminale che si è macchiata dei più atroci delitti, dall’assassinio all’abuso sistematico di minori. Durante gli anni della dittatura di Pinochet la Colonia è stata usata anche come centro clandestino di tortura e sterminio per gli oppositori politici.

Tra i cittadini scomparsi al suo interno anche Juan Maino Canales, vittima nel Processo Condor sui cittadini italiani spariti durante le dittature sudamericane, conclusosi lo scorso luglio a Roma con la condanna all’ergastolo per tutti gli imputati. Maino era un fotografo, studiava ingegneria meccanica ed era militante del Mapu, partito politico della sinistra cilena. Il 26 maggio 1976, a 27 anni, fu sequestrato dagli agenti della Dina insieme a due colleghi e amici, Antonio Ormaechea ed Elizabeth Rekas.

I tre sono stati sequestrati e torturati prima a Villa Grimaldi, centro di detenzione di Santiago, e poi a Colonia Dignidad, che si trova nell’area centrale del Paese. Da allora i tre sono desaparecidos e di loro non si è più saputo nulla.

«JUAN OGGI AVREBBE 73 anni: è scomparso quando ne aveva 27, durante i migliori anni della sua vita, quando stava iniziando a realizzare tutti i suoi sogni e obiettivi – ci racconta da Santiago del Cile Mariana, la sorella – Con la sua sparizione a me è venuto a mancare il mio socio, il mio complice, il mio grande amico. Un trauma del genere produce conseguenze molto profonde in una famiglia: dolori, solitudine e rabbia. Però abbiamo anche sempre sentito l’orgoglio del fatto che Juan avesse fatto parte della nostra famiglia».

Proprio per scappare dal processo sulla sparizione di Juan, Elizabeth e Antonio, nel 2005 Falkenberg si è rifugiato in Germania. Ma la famiglia Maino non ha mai smesso di chiedere giustizia, come spiega Mariana: «È un cammino che comincia e non finisce mai quello della ricerca. Perché è così importante continuare? Credo che noi lo faremo fino alla fine della nostra vita. Si è fatto scomparire qualcosa che in fondo non è scomparso. È fondamentale parlare sempre di ciò che i desaparecidos sono stati costretti a vivere, sono situazioni così dure che l’unico desiderio è che nessun’altra persona debba mai più viverle. Ciò che di più importante possiamo fare è far sì che i desaparecidos non scompaiano mai e per questo dobbiamo ottenere giustizia per loro».

Falkenberg è stato tra i fondatori e gli amministratori della setta di Colonia Dignidad. La giustizia cilena ha dimostrato che era uno dei pochissimi dirigenti della Colonia a essere in contatto diretto con gli agenti della Dina, la feroce polizia segreta di Pinochet. Molti i testimoni che lo accusano di sequestri e torture. Falkenberg avrebbe anche usato una ruspa per riesumare una fossa comune con i cadaveri dei prigionieri politici per poi farli sparire.

* Fonte: Elena Basso, il manifesto

 

 

ph by Zazil-Ha Troncoso 2, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

 

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